Gervinho, una freccia nera nell'arco di Rudi Garcia
Arrivato quasi in sordina nel mercato estivo, oscurato dagli ingombranti addii di Osvaldo e Lamela, l'ivoriano Gervinho si è imposto come pedina fondamentale all'interno dello scacchiere tattico di Rudi Garcia.
Voluto fortemente proprio dal tecnico francese, con il quale aveva già lavorato a Lille nelle stagioni 2009/2010 e 2010/2011, quest'ultima culminata con il titolo di campioni di Francia, l'esterno ex Arsenal ha fatto subito breccia nel cuore dei tifosi grazie alle sue scorribande offensive, vero incubo per le retroguardie avversarie. Impreziosite da un bottino personale che registra fino ad ora 5 reti e 6 assist in Serie A, più il gol decisivo nei quarti di Coppa Italia contro la Juventus, le prestazioni del calciatore classe '87 si sono sempre assestate su ottimi livelli, garantendo alla propria squadra numerose occasioni da rete grazie all'imprevedibilità nelle trame di gioco scaturita dalla sua velocità.
Dopo un primo periodo di ambientamento, dovuto anche a una condizione fisica non ottimale, Gervinho si è conquistato una maglia da titolare fissa, unico del tridente giallorosso, partendo dal primo minuto in 15 delle 18 occasioni nelle quali si trovava nella lista dei convocati, subentrando a partita in corso proprio nelle primissime apparizioni in giallorosso, alla prima e alla terza di campionato. Novanta minuti in panchina, invece, contro il Sassuolo, al rientro dalla lesione al retto femorale che l'ha costretto a saltare tre gare a metà del girone d'andata, coincise con un periodo d'appannamento per tutta la formazione capitolina.
Una freccia nera dunque, nella faretra di Mister Garcia, che ha in Gervinho una vera e propria arma in grado di scardinare le difese avversarie.