Dall'equilibrio del 4-3-3 alla spregiudicatezza del 4-2-3-1, la trasformazione della Roma di Garcia
Tra 4-3-3 e 4-2-3-1 potrebbero anche non esserci grandi differenze. Se paragoniamo la formazione che amava schierare Spalletti (Taddei, Perrotta e Macini alle spalle di Totti) con il 4-3-3 di Rudi Garcia, capiremo che i due moduli sono in realtà molto simili. Con il tecnico di Certaldo, infatti, Taddei faceva più o meno lo stesso lavoro che Florenzi fa con Garcia, Mancini aveva qualità offensive abbastanza simili a quelle di Gervinho e Totti era sempre Totti. Simone Perrotta invece, nonostante le sue spiccate doti di inserimento era a tutti gli effetti un centrocampista. Insomma un 4-2-3-1 non così lontano dal 4-3-3 del tecnico francese.
Nella gara di ieri però l'allenatore giallorosso ha schierato un 4-2-3-1 che non aveva nulla del modulo di spallettiana memoria e che sarebbe più giusto chiamare 4-2-4: in campo infatti si sono visti due soli centrocampisti e ben quattro attaccanti veri (Ljajic, Gervinho, Totti e Destro). Una formazione che quindi non aveva quasi niente in comune con quella schierata da Garcia nelle altre 16 partite disputate e che difficilmente potrà essere riproposta, se non in gare casalinghe contro avversari modesti. La partita con il Catania ha infatti regalato una Roma straripante, con un dirompente peso offensivo, ma che rischiava di subire pericoli in ripartenza ogni qual volta che il forsennato pressing dei quattro attaccanti calava d'intensità. Quando il Catania è riuscito ad eludere la prima pressione giallorossa è sempre arrivato al limite dell'area di rigore avversaria creando un paio di potenziali opportunità da rete pur non tirando praticamente mai verso la porta difesa da De Sanctis.
L'elemento sorprendete è arrivato dal comportamento dei due terzini, Maicon e Dodò hanno giocato con lo stesso atteggiamento di sempre: anche con quattro attaccanti, la loro preoccupazione maggiore è stata quella di attaccare lo spazio e arrivare sul fondo. Insomma lo schiaramento di ieri presentava tre soli uomini che avevano il compito di difendere la propria porta: Bradley, Castan e Benatia, quest'ultimo tra l'altro autore di una bellissima doppietta. Lo stesso Pjanic, nonostante abbia giocato nella posizione di centrocampo davanti alla difesa, non ha doti di interdizione e non può essere considerato un centrocampista difensivo. A Torino comunque con il rientro di De Rossi e Strootman la Roma tornerà al classico 4-3-3, quel giorno ogni meccanismo dovrà essere perfettamente oliato, alla Juve non è permesso concedere nulla.