Alla scoperta di Luis Enrique

08.06.2011 12:00 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Alla scoperta di Luis Enrique
Vocegiallorossa.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

In Italia viene spesso ricordato come “quello che ha preso la gomitata da Tassotti a USA ‘94”, a Roma verrà sicuramente ricordato come il primo allenatore dell’era-DiBenedetto. Stiamo parlando di Luis Enrique, ex giocatore del Barcellona e tecnico della seconda squadra blaugrana, approdato nella Capitale con l’ambizione di poter riproporre in giallorosso quantomeno stralci dello spettacolare gioco dei Campioni D’Europa.

Conclusa la sua carriera da giocatore nel 2004, Luis Enrique diviene nel 2008 successore di Josep Guardiola sulla panchina del Barcellona B, continuando quel progetto di “insegnamento del gioco del calcio” intrapreso dai catalani anni prima. Con la seconda squadra del Barcellona, ricchissima di elementi provenienti dalla Cantera, ottiene nella stagione 2009/2010 la promozione dalla Segunda B (equivalente alla nostra Prima Divisione di Lega Pro) alla Liga Adelante, e in quella appena conclusa la virtuale qualificazione ai play-off per l’accesso alla massima divisione spagnola, che la sua squadra non può ovviamente disputare per la presenza della squadra maggiore in Liga.

Di base, il suo gioco rispecchia in tutto e per tutto quello del Barcellona “dei grandi”, come da tradizione blaugrana che vuole che tutte le squadre, dai pulcini alla prima squadra, giochino alla stessa maniera: dunque 4-3-3, con palla rigorosamente a terra, scambi di prima e inserimenti dei centrocampisti. Tuttavia, oltre a rispettare i canoni di gioco del Barcellona, Luis Enrique ha voluto mettere del suo nel modo di giocare della squadra B: l’asturiano ha provato nel corso della sua esperienza in panchina altre varianti tattiche, come il 4-2-4 o la difesa a tre, utilizzata a dire il vero anche da Guardiola nei (rari) casi difficoltà di Messi e compagni nello sbloccare il risultato. Il suo credo è comunque quello di voler comandare sempre il gioco, senza mai speculare su quello avversario con moduli o sostituzioni studiate su esso. E’ molto esigente a livello atletico: preferisce avere una rosa composta da molti elementi, in modo tale da poterli ruotare e mandare in campo solo se al 100% della loro condizione. Di conseguenza, è ingente anche lo sforzo mentale richiesto ai suoi ragazzi: per aiutarli, Luis Enrique si avvale dell’aiuto di uno psicologo, elemento fondamentale del suo staff che comprende, tra gli altri, anche Iván de la Peña, vecchia conoscenza del nostro calcio per un passato con la maglia della Lazio.

La speranza dei tifosi giallorossi è che Luis Enrique possa ripercorrere le orme di Guardiola, passato dal Barcellona B prima di allenare la prima squadra ed iniziare il ciclo che ha portato il Barcellona al top del calcio mondiale. Speranza condivisa ovviamente da Walter Sabatini e soprattutto Franco Baldini, primo promotore di una scelta coraggiosa, ma che può dare inizio ad una vera e propria rivoluzione calcistica a Roma ed in Italia.