Tammy Abraham è (forse) un’occasione persa per la Roma e per la Serie A: dal grave infortunio alle polemiche

Tammy Abraham è (forse) un’occasione persa per la Roma e per la Serie A: dal grave infortunio alle polemicheVocegiallorossa.it
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di VG Redazione

L’esperienza di Tammy Abraham alla Roma sembra essersi ormai conclusa, tra la gloria e le ombre. Un viaggio intenso nei giorni della prima Conference League fino alla sofferenza causata dall’infortunio al crociato e alle successive vicissitudini che hanno portato all’addio. 

L’inizio devastante agli ordini di Mourinho
Quando l’inglese arrivò nella Capitale nell’estate del 2021, dal Chelsea, il suo impatto fu immediato e esplosivo: 27 gol in 53 presenze, con il trionfo storico nella UEFA Conference League. D’altronde, in Premier League risultati come i suoi - per un attaccante inglese - non erano all’ordine del giorno (soltanto Kane manifestava numeri superiori) e, di conseguenza, nelle partite di Premier League il ragazzo incideva in maniera importante. Era nata una nuova speranza per i tifosi giallorossi: Abraham non era solo un bomber ma la bandiera dell’ambizione romanista, rinnovata e mai così ai massimi livelli negli ultimi anni.
Nei primi tempi, la sua presenza riempì lo Stadio Olimpico e i cuori dei sostenitori: gol decisivi, doppiette memorabili, tra cui quella da record nel derby contro la Lazio e una leadership sotto la gestione di José Mourinho. L’arrivo alla Roma era visto come l’inizio di un’era, coronata dai successi in campo e dal legame con la piazza. Ma la parabola discendente non tardò a manifestarsi.



I momenti più difficili
La stagione 2022‑23 segnò il primo campanello d’allarme: soltanto nove reti complessive, un calo netto rispetto all’anno precedente. I segnali iniziavano a palesarsi, e la tensione con i dirigenti e i tifosi cresceva. Poi venne il momento sportivamente più tragico: l’ultimo campionato si chiuse con la tragica rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, durante l’ultima giornata, un infortunio che avrebbe compromesso gran parte della stagione seguente.
Il rientro in campo fu lento e doloroso: Abraham tornò a marzo 2024, disputando solo una dozzina di partite e segnando un singolo gol nei mesi successivi. Le speranze di riscatto si affievolivano, mentre la Roma iniziava a pensare al futuro.

Il prestito al Milan e le successive polemiche 
Nell’agosto 2024 è arrivata per il giocatore la possibilità di cambiare squadra. il prestito al Milan rappresentava la chance di trovare il riscatto. Qui Abraham ha vissuto un’esperienza altalenante, segnando dieci reti – tra cui il gol che ha consegnato la Supercoppa Italiana ai rossoneri nel gennaio 2025 – ma lasciandosi anche dietro alcune tensioni. Le sue dichiarazioni dopo il trasferimento, infatti, non sono state mai perdonate dai tifosi della Roma, che hanno evidenziato nelle sue parole una mancanza di rispetto verso il club detentore del suo cartellino.

Il brevissimo ritorno e l’addio
Tornato a Roma al termine della stagione, subito è parso chiaro come Abraham non potesse più far parte della rosa. Infatti, il calciatore è stato ceduto al Besiktas, in Turchia, in prestito oneroso con obbligo di riscatto a 13 milioni più 2 di bonus. In sostanza, dunque, la sua avventura romanista è giunta al termine dopo 37 gol segnati in 120 presenze.
Il rimpianto per alcuni tifosi giallorossi è palpabile. Abraham avrebbe potuto rappresentare un talento da consacrarsi in Serie A per lungo tempo ma il mix di infortuni, cali di rendimento e frizioni interne ha impedito quel definitivo salto di qualità. Non è bastata l’intesa creatasi nella stagione di esordio, né la riaccensione temporanea con il Milan.
Non c’era volontà di farlo sentire un nemico, ma alcune sue dichiarazioni – ritenute poco rispettose nei confronti della piazza – rimasero indigeste a molti sostenitori. In realtà, le ambizioni di Abraham erano chiare: dimostrare di nuovo il suo valore e tornare al top internazionale. Un obiettivo nebuloso, riscritto in una nuova sfida all’estero.
Oggi il Besiktas rappresenta per lui una nuova opportunità, un’occasione per ricostruire una carriera che alla Roma aveva vissuto momenti straordinari e altri profondamente deludenti. Per i romanisti sarà sempre una presenza importante nella storia recente del club: un attaccante capace di portare un trofeo europeo nella Capitale ma pure colui la cui carriera ha conosciuto un declino pericoloso a causa di fattori mai del tutto dipendenti dal campo.