Pirlo: "Baldini mi ripeteva che gli americani avrebbero fatto una grande Roma, mi sono insospettito. Se ci fosse stata una società vera sarei andato"
A La Gazzetta dello Sport, il centrocampista Andrea Pirlo racconta pezzi di storia. Tratti della sua incredibile carriera, anedotti che il regista ha inserito tutti nel suo libro autobiografico ("Penso quindi gioco"). Questa la parte in cui il centrocampista bianconero parla della "tentazione" Roma.
"«Faremo una grande Roma», continuava a ripetermi Baldini, ma degli americani che avevano acquistato il pacchetto di maggioranza mi diceva poco e niente. Mi sono insospettito. Se in quel momento la società ci fosse stata, se fosse stata vera e non presunta, viva sulla carta e non solo a parole, magari ci sarei anche andato. La città è bella, la gente speciale, il clima splendido, il fatto è che in quel periodo il futuro presidente, Thomas Di Benedetto, nessuno l’aveva ancora visto. E l’ipotetico terzetto dirigenziale di cui si parlava, Pallotta-D’Amore-Ruane, mi faceva venire in mente più che altro il trio di autori di una canzone del Festival di Sanremo. “Di Pallotta-D’Amore-Ruane, dirige il maestro Vince Tempera”: circondato dai fiori del Teatro Ariston, il conduttore avrebbe tranquillamente potuto introdurre così il cantante di turno". Titolo del pezzo: Grazie (comunque) Roma.