Paolucci: "L'Atalanta non ha la storia di Roma o Lazio, ma con una società seria coniuga risultati sportivi ottimi". AUDIO!
Michele Paolucci, attaccante-dirigente del Manitoba, in Canada, ha così parlato ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto: "In questo ultimo periodo in Canada siamo sempre stati considerati dal COVID-19. La situazione è un po' uguale ovunque, soprattutto per noi che giochiamo negli USA. Siamo sempre un po' condizionati, ma con tanta buona volontà riusciamo a farcela. Quest'anno dovremmo aver avuto la definitiva autorizzazione per partecipare a maggio al campionato ed iniziare a marzo la pre-season. Vogliamo far emergere i giovani e rientrare nel mercato della MLS, ma anche provare a mandare giocatori in Europa".
C'è un elemento che vede come ricorrente dal punto di vista di gestione dei nord americani in Italia?
"Il più grande scalino che rende diversa l'Italia è la burocrazia. In USA se hai la possibilità economica, un progetto e delle potenzialità ti viene data la possibilità di svilupparle e la burocrazia è molto più snella. Basti vedere Commisso e Krause, ma non sempre avere soldi significa fare le cose nel modo giusto. Il Parma è un esempio di tutto ciò. La Serie A è spietata, non dà tempo e non permette di fare errori. Società che potenzialmente hanno più possibilità non sempre hanno la meglio. Una squadra come l'Atalanta a livello di fatturato non ha la storia di Milan, Napoli, Roma o Lazio, ma con una società seria ha i conti in ordine e ci coniuga risultati sportivi ottimi. Ci rappresenta anche in Champions League e dimostra che non contano sempre i denari, ma a volte anche l'organizzazione dà i suoi frutti. C'è chi trova nella burocrazia e nella competitività del campionato però uno scalino troppo grosso".
Che effetto le fa vedere un destino segnato come quello del Catania?
"È una tristezza grande e un dolore profondo. Il Catania era una realtà splendente, un fiore all'occhiello, un orgoglio a livello nazionale. Catania merita una soddisfazione e vedere una società ridotta in questo modo mi provoca tristezza. I giocatori stanno provando ad onorare la maglia... Solo una città come Catania può darti certe emozioni come quelle del derby. Resteranno per sempre certe cose. Non merita nessuno di vedere Catania così, ma a volte bisogna toccare il fondo per ripartire. Fa male, però perché una realtà come Catania, con un centro sportivo del genere, non è appetibile? Il caso Catania deve far suonare un campanello d'allarme e all'esterno non facciamo una bella figura. Sono d'accordo con Commisso quando dice che gli investitori devono vederci chiaro. La trasparenza, la chiarezza attira i capitali stranieri".
È finito il ciclo della Juventus?
"La Juventus ha fatto un qualcosa di straordinario. I bianconeri hanno vinto per 9 anni di fila, è irripetibile una cosa di questo tipo e solo la mano di Conte poteva fermarla. La Juventus ha avuto un predominio facendo anche due finali di Champions, ma ora purtroppo tanti giocatori come Higuain, Matuidi, Khedira non sono più a Torino. Penso a Buffon, Barzagli... Perdere questo tipo di campioni ti porta a cambiare proprio tutto ed è normale qualche difficoltà. L'ossatura deve essere costruita con Chiesa e gli altri giovani, mentre Dybala rappresenta un po' il ponte. I ragazzi devono crescere velocemente, iniziando a vincere per imparare a farlo ed acquisire una mentalità da trasmettere agli altri. C'è già un gap da colmare, mentre all'Inter succede l'opposto e Inzaghi, seguendo le orme di Conte, ma personalizzando il gioco in modo spettacolare, è primo in classifica. La Juventus sta stentando perché sta cambiando generazione, ma in un percorso di altri 10 anni sta mettendo le basi per il futuro. L'Inter è solido come il Milan, ma in bianconero c'è sempre Cuadrado, Chiellini e giocatori esperti come Bonucci che possono aiutare".
La Serie A in cosa non riesce ad essere attrattiva come la Premier League?
"Al di là dell'intensità di campo, inizierei con le strutture. Noi le partite le vediamo allo stadio e in tv... Sono stato a San Siro a vedere Milan-Napoli e posso dire che è stato uno spettacolo, ma in altri stadi è lo stesso? Alcuni sono fatiscenti. Bisogna fare le strutture, sono il primo tassello. Poi aumentano l'appetibilità, i ricavi per i club e tutta una serie di situazioni favorevoli. È il più grande gap da colmare per l'Italia perché non sono all'altezza dello standard di sicurezza. Anche a livello estetico e di comodità ci sono delle lacune. Una struttura diversa è qualcosa che attira e lo spettatore è l'investitore".