Malagò: "La giustizia sportiva fa 50 pesi e 50 misure"
Il candidato alla presidenza del Coni, Giovanni Malagò, è intervenuto ai microfoni della trasmissione di Radio Manà Manà Sport “Buongiorno Roma”. Riguardo la giustizia sportiva, Malagò ha affermato: “Ci sono elementi inaccettabili, stiamo finendo il girone d’andata del campionato di calcio ed esce fuori una squalifica che riguarda due giocatori e la richiesta di punti di penalizzazione per il Napoli, in questo modo si altera il campionato. Non entro nel merito ma qui la giustizia sportiva fa 50 pesi e 50 misure. Poi un calciatore come Mauri, messo in custodia cautelare, è un discorso assurdo, come tempistica è una spada di Damocle, non la trovo giusta. Non può andar bene, si deve trovare il sistema in cui non si alterino né falsino i valori. Sulla responsabilità oggettiva, è il momento di fare una grande profonda discussione-analisi. Ragiono da dirigente: se un atleta a mia insaputa fa qualcosa che non deve fare e mi ritrovo penalizzato, io sono una vittima e oltre al danno ho la beffa. Anche qui bisogna portare le responsabilità nei termini corretti”.
Malagò ha anche affrontato il discorso doping nel mondo sportivo: “Bisogna fare i complimenti al presidente della Federazione ciclistica Di Rocco perché il ciclismo ci ha messo la faccia nella lotta al doping ed è stato penalizzato, invece ha aggredito l’argomento e rappresenta un esempio a livello internazionale. In atletica ci sono vari esempi, uno su tutti quello di Schwazer, le responsabilità sono state di come è stata la gestione dell’atleta, è sorprendente come sia stato lasciato così libero.
Il vero problema italiano è la sottocultura del calcio che ha schiacciato gli altri valori dello sport ed implica una profonda riforma generazionale nell’approcciare al mondo dello sport. Io non mi sono accorto che in questi anni abbiamo preso le distanze dal calcio. Secondo me questa presa di posizione non corrisponde ad una linea legittima. Io non ho nulla contro il calcio, il calcio è un valore, ma da esso si devono trarre risorse da trasferire agli altri sport, non solo a livello economico. Il calcio ha creato disastri di immagine su tutto il sistema sport e non solo, anche sul sistema sociale e culturale. Famiglie hanno distrutto i valori portando allo stadio bambini scoprendo che poi le partite sono state comprate e truccate.
Per decenni siamo andati avanti sistematicamente con campionati in odore di penalizzazione, e non mi sembra ci siano state prese di posizione così drastiche. Su radio e quotidiani sembra che il mondo dello sport ruoti attorno a Inter Juve, Milan e le romane, non è assolutamente così. Oggi c’è una crisi congiunturale fuori dal mondo dello sport, si fa più fatica a farlo perché si cerca lavoro e si è meno sereni e disposti ad aiutare le iniziative sportive. Si deve creare una dinamica di sviluppo e occupazionale attorno allo sport. Poi sulla riforma del territorio, ma come si fanno a cancellare le strutture territoriali, in questa maniera con chi si interagisce, con chi si ha il confronto”.