Scacco Matto - Real Madrid-Roma 3-0, giallorossi piccoli e senza idee
Isco, Bale e Mariano puniscono una Roma molto in difficoltà al cospetto dei tredici volte Campioni d'Europa del Real Madrid: finisce 3-0 nell'esordio giallorosso nel gruppo G di Champions League.
LE SCELTE - Aveva annunciato una sorpresa Di Francesco in conferenza stampa e ha il nome e il cognome di Nicolò Zaniolo, che completa il trio di centrocampo insieme a Daniele De Rossi in mediana e Steven Nzonzi sull’altro intermedio. Difesa standard confermata davanti a Robin Olsen, con Alessandro Florenzi, Konstantinos Manōlas, Federico Fazio e Aleksandar Kolarov, mentre davanti ad accompagnare Edin Džeko sono ancora Cengiz Ünder e Stephan El Shaarawy, con Justin Kluivert che finisce addirittura in tribuna. Nel Real Madrid, Isco vince il ballottaggio con Asensio, completando il tridente insieme a Karim Benzema e Gareth Bale; Luka Modric occupa regolarmente il suo posto a centrocampo.
TROPPO PICCOLI - La Roma rinuncia totalmente alla sua identità di gioco. Non c’è pressing e, nei rari momenti di possesso palla, la costruzione sulle catene laterali è lentissima: l’unico elemento ben delineato che i giallorossi tentano a tratti è la ricerca del mezzo spazio a sinistra e dell’ampiezza per il cross a destra, non riuscendo però minimamente a pungere nella zona di Keylor Navas.
DOPPIONE - Per il resto è solo contropiede, contro un Real Madrid che fa viaggiare il pallone da un lato all’altro per sfruttare il lato debole, che può contare anche su una superiorità sui calci piazzati e che finisce per schiacciare i giallorossi sempre più nei loro ultimi metri. La scelta di utilizzare insieme Nzonzi e De Rossi limita il primo e rende poco utile il secondo, che finisce per concretizzare il dominio territoriale dei blancos commettendo il fallo che porta al calcio di punizione vincente siglato da Isco.
SCOPERTI E PUNITI - Nel secondo tempo la Roma entra in campo con una certa voglia di provare a pareggiare, ma se nella prima frazione il diktat era non scoprirsi, nella ripresa il piano va subito a farsi benedire, con Bale che si invola in contropiede dopo un calcio piazzato in favore della Roma e fa 2-0, spegnendo ogni velleità giallorossa.
IL RITORNO DEL 4-2-4 - Dalla partita era già uscito Zaniolo, sostituito da Lorenzo Pellegrini, poi a essere richiamati sono Stephan El Shaarawy, al cui posto entra Diego Perotti, all’esordio stagionale, e Steven Nzonzi, sostituito da Patrik Schick con il modulo che diventa 4-2-4, l’ormai classico sistema che Di Francesco utilizza per provare a rimontare, spesso con scarso successo. Il centrocampo del Real Madrid ha vita ancora più facile e Lopetegui può a sua volta risparmiare minuti ai suoi: Marco Asensio aveva già sostituito Benzema, poi è Mariano Diaz a prendere il posto di Bale, infine Dani Ceballos consente la standing-ovation a Modric.
MAI SCESI IN CAMPO - Il 3-0 nel finale proprio di Mariano amplia le proporzioni della sconfitta di una Roma praticamente mai in partita, senza una propria identità (mancanza tutto sommato anche comprensibile in un palcoscenico del genere) ma soprattutto scesa in campo senza un’idea precisa di come far male, magari non riuscendoci, al Real Madrid. Se andare via da Madrid con 0 punti era un’idea preventivabile, farlo in questo modo è preoccupante anche nell’ottica del girone, sì abbordabile tecnicamente, ma in cui la Roma dovrà far valere la sua maggiore cifra tecnica rispetto a CSKA Mosca e Viktoria Plzen, cosa impossibile se non si metteranno in campo delle idee, seppur semplici, che al Bernabeu (e non solo) sono mancate.