Scacco Matto - Parma-Roma 1-2
È Miralem Pjanic, con un calcio di punizione al minuto 88, a decidere la sfida del Tardini tra Parma e Roma, che ha permesso ai giallorossi di tenere il passo della Juventus a quota 12 punti. Una gara tatticamente interessante che andiamo ad analizzare nel dettaglio.
Il Parma si presenta a questa partita con uno schieramento e un atteggiamento evidentemente pensati per l’occasione, con Cassano a fare il falso 9 à la Totti, De Ceglie a dare ulteriore equilibrio e Palladino dall’altra parte, mentre la Roma non dà riferimenti: i tre centrocampisti e i tre attaccanti si scambiano continuamente di posizione, tant’è che è difficile individuare un modulo di gioco univoco, che cambia tra 4-3-3 e 4-2-3-1 a seconda della rotazione del triangolo della mediana. L’idea dei giallorossi è quella di tenere il pallone, il Parma lo sa e nei primi minuti si posiziona in pochi metri per evitare le folate offensive avversarie, ma tradisce le sue intenzioni nel momento in cui la Roma accetta di lasciare per qualche minuto la sfera ai ducali. La squadra di Donadoni si lascia infatti ingolosire ma non punge, concedendo un paio di contropiede pericolosi agli ospiti e perdendo prima di tutto mentalmente la maniglia sulla propria missione difensiva. Lo testimonia il gol del vantaggio della Roma, frutto della genialità di Francesco Totti e di due errori del Parma: troppo spazio lasciato a Ljajic nel centrodestra difensivo e un’errata lettura dell’azione offensiva avversaria con un’uscita incomprensibile di Lucarelli contro uno dei migliori giocatori di prima del campionato. Dopo il gol la Roma ritorna al copione originale e ricomincia a mantenere il possesso e ad aggredire per riconquistarlo come da esplicito comando di Garcia, con il Parma che continua a sbandare e riprende a macinare solo negli ultimi minuti della frazione, con l’occasione di De Ceglie.
Nel secondo tempo la Roma parte ancora aggredendo, ma non riesce a controllare la posizione di Cassano, che parte da sinistra. Il barese ha la libertà di tentare tre giocate: due palloni filtranti che non trovano destinazione e che dovevano costituire campanello d’allarme, poi un tiro dalla distanza che porta all’angolo del pari di De Ceglie. La rete fa ricominciare la Roma a sciorinare il suo possesso, ma i giallorossi non trovano né spazio, né intensità: Garcia utilizza due cambi proprio per sopperire a queste mancanze, inserendo Maicon per allargare il gioco a destra, permettendo a Gervinho di andare dentro ma costringendo Manolas a scalare sempre più spesso, e Florenzi per aumentare l’energia a disposizione dei suoi e avere ancora profondità. Ma la sostituzione che finisce per essere decisiva è la terza e la meno tattica, con l’ingresso di Destro al posto di Totti per il forcing finale, e la squadra anche un po' spezzata in due: proprio il 22 si guadagna la punizione poi trasformata da Pjanic, che regala ai suoi tre punti fondamentali per restare in testa alla classifica.