Scacco Matto - Juventus-Roma 1-0, solito approccio e soliti errori
All’Allianz Stadium decide l’ex Benatia: per il terzo anno di fila Juventus-Roma finisce 1-0, con qualche rimpianto per i giallorossi non tanto sul piano delle occasioni - ampiamente favorevole ai bianconeri, pur con il colossale errore di Schick nel finale - ma su quello dell’approccio.
LE SCELTE - Dopo il turnover quasi totale di Coppa, Eusebio Di Francesco ripropone l’once de gala: Alisson va in porta, con Alessandro Florenzi e Aleksandar Kolarov sugli esterni difensivi ai lati di Kostantinos Manōlas e Federico Fazio. Daniele De Rossi si posiziona in mediana insieme a Radja Nainggolan e Kevin Strootman, con Stephan El Shaarawy e Diego Perotti ai fianchi di Edin Džeko. 4-3-3 per Massimiliano Allegri, con due asimmetrie: in difesa a destra c’è Andrea Barzagli e a sinistra Alex Sandro, davanti da un lato c’è Juan Guillermo Cuadrado e dall’altro Mario Mandžukić, con Gonzalo Higuaín riferimento centrale e Paulo Dybala in panchina.
PRESSING SPENTO - La Roma parte comandando le operazioni, mentre la Juventus attende per ripartire e sfruttare gli spazi di una squadra eventualmente sbilanciata. Ricetta banale, arricchita dalla preparazione di Allegri per contrastare l’arma principale dei suoi avversari, ovvero il pressing. Al di là della qualità dei giocatori in campo, con Mario Mandžukić sul lato di Florenzi i bianconeri hanno sempre un’uscita sicura, vista la quasi certezza da parte del croato di vincere il duello contro il suo avversario: una debolezza troppo grande per far sì che l’aggressione possa avere un sufficiente livello di efficacia. Da quella parte agisce anche Alex Sandro e pure Matuidi non si fa problemi ad allargarsi: un sovraccarico che costringe El Shaarawy ad abbassarsi molto, troppo.
ANCORA UN BLOCCO - Il gol che sblocca la partita arriva su calcio d’angolo, in una situazione sostanzialmente identica a quella del vantaggio del Torino nella partita di Coppa Italia: Mehdi Benatia e Giorgio Chiellini si scambiano gli uomini, facendo sì che il primo blocchi Kolarov all’inseguimento del secondo, che colpisce di testa trovando la respinta di Alisson e la ribattuta del marocchino in porta. Due gol presi allo stesso modo da giocatori diversi: solo due undicesimi sono gli stessi di mercoledì, El Shaarawy e Strootman, tra l’altro non protagonisti dell’azione in questione.
DŽEKO FAI DA TE - Nella Juventus Higuaín è il puntino finale della manovra, nella Roma non può essere lo stesso per Džeko, poco aiutato sullo stretto e chiuso nella morsa dei due difensori centrali della Juve. Il bosniaco, allora, veste i panni del falso 9 e si abbassa con più frequenza, difendendo il pallone per far salire i suoi e sfruttando la qualità dei suoi piedi per creare: le due chance più importanti del primo tempo giallorossi arrivano proprio da invenzioni del centravanti, bravo ad aprire per Florenzi in un’occasione e a inventare per Perotti in un’altra.
ALLA PROVA - Nel secondo tempo la Juventus accelera e mette alla prova la Roma, che fatica a stare dietro ai bianconeri: aumentano gli errori tecnici e le chance per i bianconeri, imprecisi però sottoporta. Le inversioni di posizione di intermedi ed esterni offensivi non portano alcun risultato; anzi, mettono ancora più in difficoltà El Shaarawy che si fa vedere ancora meno di prima. È il faraone il primo ospite a essere sostituito, rilevato da Patrik Schick che inizia largo a destra, posizione dalla quale ancora fatica a rendersi pericoloso. Dalla panchina, poi, esce Lorenzo Pellegrini che sostituisce Kevin Strootman: il suo ingresso è il primo passo per costruire un finale d’attacco, grazie alla sua maggiore capacità di dare fluidità nella zona centrale con i suoi movimenti senza palla.
TUTTO ESAURITO - Col passare dei minuti Schick si avvicina sempre più al centro, fornendo il supporto mancato a Džeko nel primo tempo e soprattutto riempiendo l’area di rigore di una Juventus sempre più attenta a difendere in basso piuttosto che al centro. Allegri cambia ruolo per ruolo (Federico Bernardeschi per Cuadrado, Claudio Marchisio per Blaise Matuidi) per mantenere il proprio assetto con più benzina, mentre a una manciata di minuti dal termine Di Francesco prova ancora il tutto per tutto, richiamando De Rossi, inserendo Cengiz Ünder e chiudendo con un 4-2-4 che costringe i bianconeri a difendere contemporaneamente al centro e sui lati, spostando il confronto quasi interamente negli ultimi venti metri, all’ovvio prezzo di pericolose ripartenze da fronteggiare. Il tempo è poco e l’occasione pure arriva dopo un grave errore di Benatia e Chiellini, ma Schick fa peggio sparando addosso a Szczęsny già a terra, consegnando il successo alla Juventus.