Scacco Matto - Hellas Verona-Roma 0-1, Pellegrini rovina i piani, ma Pecchia non approfitta
Dopo quasi due mesi, la Roma torna a vincere: lo fa espugnando il Bentegodi con un gol di Cengiz Ünder e una partita comunque non brillante.
LE SCELTE - Eusebio Di Francesco opera un solo cambio rispetto a domenica scorsa: al centro della difesa insieme a Konstantinos Manōlas c’è Federico Fazio, con Alessandro Florenzi e Aleksandar Kolarov ai lati davanti ad Alisson. In attacco è confermato il tridente composto da Cengiz Ünder, Edin Džeko e Stephan El Shaarawy, così come il pacchetto di centrocampo formato da Kevin Strootman, Lorenzo Pellegrini e Radja Nainggolan: da capire, però, l’orientamento del triangolo, che con il belga in alto disegnerebbe un 4-2-3-1. 4-4-2 invece per Fabio Pecchia, che davanti schiera Ryder Matos e Bruno Petkovic.
MODULI E PRINCIPI - E dai primissimi minuti si nota come lo schieramento della Roma sia effettivamente un 4-2-3-1, con Nainggolan libero di svariare un po’ su tutto il fronte offensivo. I principi di gioco, però, restano quelli di sempre, con il pressing che porta subito Pellegrini a recuperare il pallone, poi ceduto a Cengiz che fa 1-0. In generale, con il belga più avanzato, è comunque possibile aggredire in collettivo e si guadagna anche in imprevedibilità offensiva.
IL SECONDO FARO - Il numero 4 appare decisamente più presente nella partita e di questo beneficiano anche i suoi compagni, che spesso lo trovano un po’ ovunque, sia quando c’è da ripartire dalla propria metà campo, che in fase di costruzione in quella avversaria. Lavoro in meno, dunque, per Edin Džeko, che si fa sì vedere anche a centrocampo, ma è più libero di muoversi anche per finalizzare la manovra: sono ben sei - su nove totali - i tiri del bosniaco del primo tempo, due soli dei quali, però, nello specchio. L’imprecisione sua e della squadra in generale resta un difetto ancora troppo grosso, che impedisce ai giallorossi di andare al riposo con più di un gol di scarto.
PIANI ROVINATI - La ripresa comincia con l’inopinata espulsione di Pellegrini, che rovina i piani della Roma di continuare a creare, nella speranza di finalizzare meglio. I giallorossi si ridispongono con un 4-4-1 e sono costretti a dipendere dal lavoro degli esterni offensivi, chiamati a fare i laterali di centrocampo e a proporsi comunque in avanti per non farsi schiacciare. Pecchia - allontanato e sostituito da Corrent - però preferisce rinforzare il centro, inserendo Simone Calvano al posto di Mattia Valoti e rimanendo con un 4-4-2 dal ritmo non eccezionale, che non impensierisce più di tanto gli avversari.
IL VERONA NON INSISTE - Stesso discorso per la seconda sostituzione, con l’ingresso di Seung-Woo Lee al posto di Rolando Aarons, che segue la prima dose di energia somministrata da Di Francesco con Gérson al posto di Cengiz, sempre a piede invertito sul lato destro. Sul sinistro è Diego Perotti a dare fiato a Stephan El Shaarawy, mentre dall’altra parte a entrare per il finale è Samuel Souprayen al posto di Marcel Büchel. Il baricentro della Roma si è già abbassato parecchio, ma le due linee non soffrono quasi mai le sortite offensive di casa, condotte, come detto, con ritmo troppo basso e ancora meno convinzione. Negli ultimi minuti è Džeko a finire la benzina e a lasciare spazio a Grégoire Defrel, prima del triplice fischio di Fabbri.