Scacco Matto - Fiorentina-Roma 7-1 - Le ragioni del crollo
La Roma crolla a Firenze con un umiliante 7-1 e saluta anzitempo la Coppa Italia.
LE SCELTE – Nessuna novità nelle scelte di Eusebio Di Francesco. Il tecnico giallorosso schiera un 4-2-3-1 con Florenzi e Kolarov sulle fasce, Manolas e Fazio al centro. In mezzo al campo, confermata la collaudata coppia Cristante-Nzonzi mentre in avanti, con Ünder out, sulla destra viene confermato Zaniolo, con El Shaarawy sull’altra fascia. Opportunità per Schick, schierato nel ruolo di punta, e soprattutto per Pastore, rispolverato per provare a dargli fiducia.
La Fiorentina tiene molto alla Coppa Italia e lo conferma nelle scelte di Pioli: Milenkovic riprendere il suo posto sulla destra mentre la difesa, al contrario della indiscrezioni, è quella titolare con Pezzella e Hugo. In avanti, fuori Simeone per Mirallas con Chiesa e Muriel confermatissimi.
LA LAMA NEL BURRO – La Fiorentina, come suo solito, aspetta nella propria metà campo portando un aggressione estrema dalla linea di centrocampo in giù, per poi ripartire con la rapidità dei tre davanti.
Cristante e Nzonzi si fanno subito prendere in mezzo dal pressing avversario e la difesa rimane senza filtro, esponendo la linea arretrata a una costante brutta figura.
Florenzi non riesce a prendere Mirallas e Chiesa taglia in mezzo muovendosi a piacimento nell’area giallorossa, senza alcuna seria opposizione.
Veretout ed Edmilson chiudono gli spazi a Pastore mentre El Shaarawy vaga senza una metà. Solo Zaniolo si rende pericoloso e mette in difficoltà Biraghi, mostrando una cattiveria e una determinazione sconosciuta ai suoi compagni. Emblematico quando, nel primo tempo, l’ex Primavera dell’Inter entra di forza in area di rigore, mette un pallone in mezzo su cui El Shaarawy e Schick si avvicinano pigramente.
Kolarov conferma il bipolarismo degli ultimi tempi. Male in fase difensiva, bene in avanti ed è lui a tenere in vita la partita con un gran gol, dopo aver però regalato una rete a Chiesa.
CAMBIA TUTTO MA NON CAMBIA NIENTE – Nella ripresa, con la squadra sotto per 3-1, il Gattopardo Eusebio toglie Pastore, inguardabile, e Nzonzi e ridisegna la Roma con un 4-1-4-1.
In campo Lorenzo Pellegrini, che si posiziona davanti alla difesa. In campo anche Dzeko, che si posiziona al suo posto costringendo Schick a giocare lungo linea, quasi sul fallo laterale, sulla destra, con Zaniolo e Cristante in mezzo ed El Shaarawy sempre a sinistra.
Nelle intenzioni del tecnico giallorosso, da lì Schick avrebbe dovuto tagliare in mezzo e mettere in difficoltà la Fiorentina.
Fiorentina che va in difficoltà quando, con il possesso palla, la si attira fuori dalla propria metà campo, facendole perdere compattezza e inserendosi negli spazi che lascia.
Con una Roma così schiacciata in avanti, invece, il pallone è arriva troppo velocemente su una trequarti campo densa di giocatori viola. Viola che, così, difendono con facilità (anche perché la Roma gioca poco sulle fasce, continuando a imbottigliarsi in mezzo), ripartendo facilmente in contropiede e trovando delle praterie in una Roma svuotata del suo centrocampo.
TRACOLLO – Arriva così rapidamente il 4-1 e anche l’espulsione di Dzeko. A quel punto, la gara non ha più nulla da dire e la Roma crolla definitivamente, come una nebbia spazzata via dal minimo soffio di vento.