Scacco Matto - Barcellona-Roma 4-1, Di Francesco non basta a una squadra immatura

05.04.2018 22:29 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Scacco Matto - Barcellona-Roma 4-1, Di Francesco non basta a una squadra immatura
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Il Barcellona ipoteca il passaggio alle semifinali di Champions League: al Camp Nou finisce 4-1 per i blaugrana, con qualche recriminazione di troppo per la Roma.

LE SCELTE - La pesante assenza di Radja Nainggolan e l’avversario imponente suggeriscono delle modifiche a Eusebio Di Francesco. Cambia la linea difensiva davanti ad Alisson, con Bruno Peres a destra, Aleksandar Kolarov a sinistra e Konstantinos Manōlas e Federico Fazio al centro; questo perché Alessandro Florenzi fa parte del tridente, posizionato a destra con Edin Džeko centravanti e Diego Perotti dall’altra parte. A centrocampo al posto del belga c’è Lorenzo Pellegrini, su un fianco di Daniele De Rossi con Kevin Strootman a completare il pacchetto. Ernesto Valverde mantiene il suo 4-4-2 stagionale, con Luis Suarez e Lionel Messi davanti; Ousmane Dembélé va però in panchina, con Sergi Roberto alzato a destra a centrocampo e Nélson Semedo alle sue spalle sulla linea difensiva.

 

 

 

IN PIEDI - “Non rinunciare alla propria identità”: il diktat di Di Francesco è ben assorbito dai suoi, che, pur contro dei mostri sacri, mettono in campo gli stessi principi di partite più alla portata. Nei primissimi minuti il pressing si sviluppa anche nell’ultimo terzo di campo del Barcellona, che butta anche un paio di palloni riconsegnandoli alla Roma, che quando ne è in possesso riesce in qualche caso a conquistare lo spazio tra le due linee con Pellegrini. La linea difensiva è alta, con un elastico ben fatto che leva profondità a Suarez. I problemi nascono quando il Barcellona, fisiologicamente, riesce a cominciare a giocare palla nella metà campo avversaria: aumentano densità - anche grazie al ripiegamento degli esterni, decisamente profondi - e intensità, che però contro giocatori del calibro di Messi e Andrés Iniesta, che confezionano l’autogol del vantaggio di De Rossi, in uno scambio stretto che avrebbe mandato il 10 davanti ad Alisson. Il tocco decisivo non è però l’unico errore dell’azione: a innescarla è un passaggio sbagliato di Pellegrini, non al massimo fisicamente, ma autore di una delle diverse imprecisioni di scelte che, fatte in maniera diversa, avrebbero potuto, chissà, modificare le sorti della prima frazione.

PER TERRA, TROPPO PRESTO - L’inizio del secondo tempo è incoraggiante, ma un altro autogol, stavolta di Manōlas intento ad anticipare Samuel Umtiti, fa commettere alla Roma un errore grave: sbilanciarsi con ancora quasi 130 minuti da giocare nel doppio confronto. Dopo il 2-0 i giallorossi perdono un po’ la testa, risultando meno precisi non solo nelle scelte palla al piede, ma anche nel lavoro sulla fase di possesso avversaria: in quattro minuti gli uomini in maglia bianca incassano un altro gol, con la colpa grave di farsi prendere in contropiede e trovare scoperti sul lato da dove Suarez può calciare, prima del tap-in vincente di Gerard Piqué.

CREDERCI A RAGIONE - In questo momento della partita, si vede una Roma completamente svuotata, predisposta mentalmente e non solo anche a subire un rovescio peggiore. L’unico a mantenere la lucidità è Di Francesco, che prova a risistemare i suoi: dentro Maxime Gonalons per Lorenzo Pellegrini per dare energia al centrocampo, con l’obiettivo di riportare figurativamente i battiti cardiaci alla normalità. Il Barcellona non preme sull’acceleratore, rinuncia a Busquets (non al meglio) per Paulinho (un altro incursore, con una lieve perdita d’equilibrio), la gara si stabilizza e il tecnico può attuare il suo piano: entra prima Stephan El Shaarawy per Florenzi, poi Grégoire Defrel per De Rossi e il modulo diventa 4-2-4 con l’inerzia della partita che gira. Gli uomini di Valverde faticano, più che a trovare contromisure tecniche, a rientrare nella partita e subiscono il gol di Edin Džeko che riapre, seppur in modo non troppo ampio, il discorso qualificazione.

GONALONS GUASTA IL PIANO - Dalla panchina blaugrana escono André Gomes per Sergi Roberto e Denis Suarez per Iniesta, con cinque minuti e il recupero da giocare: un’accelerazione finale blaugrana è più che ipotizzabile e diventa decisiva, ancora, per un errore individuale. Gonalons non spazza un pallone vagante in area di rigore e permette a Suarez di sbloccarsi in Champions League, vanificando il piano di rientro nel doppio confronto di una Roma - non sorprendentemente - ancora immatura per questa fase della competizione. A certi livelli, una discreta prova collettiva deve essere accompagnata da una quasi perfezione individuale: commettere errori significa negarsi preziose opportunità da gol o subire reti con ben maggiore facilità rispetto al campionato.