Roma Femminile, Giugliano: "Il percorso in Champions League ci ha dato maggiore consapevolezza in campionato. Siamo un gruppo unito". VIDEO!
Manuela Giugliano, centrocampista della Roma Femminile, è stata intervista da DAZN durante il format DAZN Talks Women. Queste le sue parole:
Ti sei allenata stamattina?
«Tutto bene, il mercoledì è un po’ più pesante del solito”.
Come vi sentite in questo momento?
«Non vediamo l’ora di poter giocare sabato contro il Milan in Coppa Italia, poi per la Women’s Champions League penso sia un’emozione unica per la Roma e per noi giocatrici di scendere in campo contro il Barcellona».
Il percorso in Champions vi ha dato la consapevolezza di essere cresciute?
«Direi proprio di sì, arrivare ai quarti è stato un grandissimo traguardo ma vogliamo andare ancora avanti. Rispetto agli anni passati, abbiamo fatto un passo di più e penso si veda ogni domenica in campo, questo percorso in Europa ci ha dato maggiore consapevolezza».
Giocherete allo stadio Olimpico.
«Sarà la prima volta, è uno stadio bellissimo è penso sia un’emozione unica e una felicità immensa, giochiamo per la prima volta in uno stadio così bello. Avremo bisogno di tante persone, però ci tengo a ribadire che giocheremo contro la squadra, credo, più forte al mondo. Penso che il Barcellona dica tutto, spero che venga tanta gente a vederci e di fare bene».
Nel mercato invernale è arrivata Losada: vi ha dato qualche consiglio essendo ex Barcellona?
«È un segreto (ride, ndr). È giusto non dire nulla, però ci darà una grande mano».
Sei originaria di Napoli ma non mangi la pizza.
«Esatto, non mi piace pur essendo di Napoli. Preferisco la pasta, la pizza proprio non mi va giù, non ce la faccio».
Sei cresciuta “respirando” calcio.
«Secondo mia madre, io calciavo già dentro la pancia. Mio padre è stato calciatore in Serie D, mio fratello ha seguito le sue orme e poi si è fermato per infortuni. Giocavo spesso con loro, è partito tutto da loro».
Fate ancora delle partitelle in famiglia?
«Assolutamente sì, un due contro due nel giardino di casa. Ovviamente vinco io».
In una piazza così calda come quella romana, come ti fanno senti i tifosi con il loro supporto?
«I nostri tifosi penso siano unici sotto questo aspetto, non ci fanno mai sentire sole e questo per noi è il dodicesimo uomo in campo. Ci fanno sentire il loro calore, soprattutto nelle sconfitte che abbiamo avuto e penso sia la forza per tutte noi».
Indossi la maglia numero 10 che a Roma è pesante.
«Sicuramente credo che il numero 10 dica tutto qui a Roma, l’ha indossata Francesco Totti e penso che bisogna solamente onorarla, solo così puoi essere la padrona di quel numero lì. È motivo d’orgoglio perché questa maglia non la si può indossare tutti i giorni, mi reputo una persona molto fortunata».
L’hai scelta tu?
«Sì, ho fatto richiesta e mi è stata data questa opportunità. Se non mi è stata tolta, vuol dire che l’ho onorata».
Hai avuto personalità?
«L’ho acquisita nel corso degli anni, sono arrivata che ero più piccola e ora ho maggiore consapevolezza di me stessa. Sono contenta così».
Hai mai incontrato Totti?
«Una volta allo stadio quando ha giocato la Nazionale, me lo sono trovata casualmente di fianco, è stato molto emozionante».
Ti ha detto qualcosa?
«Ci siamo incontrati un’altra volta, cinque anni fa dovevo venire qui a Roma e lui per primo mi ha dato la sua maglia con scritto “Da 10 a 10”, penso di essere morta in quel momento. La sua maglia è incorniciata».
Hai un rapporto molto stretto con Giacinti.
«Dopo tre anni l’ho convinta a venire alla Roma. È una fortuna averla in squadra perché fa ridere, è molto intelligente, porta spensieratezza e penso che dia tutto in campo. Sono contenta di averla in squadra con noi, me la tengo stretta».
Cosa fai con Valentina Giacinti nei giorni liberi?
«Ognuno a casa sua quando siamo stanche, però il messaggino parte. Quando siamo in vena usciamo, andiamo in centro, facciamo shopping, niente di eclatante. Oppure ci guardiamo una serie tv insieme, facciamo merenda insieme».
La vostra serie tv preferita?
«In realtà ne scegliamo una e poi dopo due giorni la cambiano. Su Netflix le abbiamo viste tutte, attendiamo la quarta stagione di “Mare fuori”».
Cosa avresti voluto fare se non avessi fatto la calciatrice?
«Ho sempre sognato di poter lavorare con i bambini, anche i disabili. Il calcio c’è sempre stato però».
Qual è la vostra percezione sul calcio femminile con il professionismo?
«In campo non è cambiato nulla, mi sono sempre sentita tale. Sono stata accompagnata da società serie come la Roma, diciamo che sono stata molto fortunata. Ovviamente siamo contente di essere arrivate a questo traguardo, sono cambiate tante cose. Per esempio ora abbiamo i contributi, abbiamo una stabilità per il dopo calcio ed è una cosa fondamentale avere una base da cui ripartire, prima non era possibile. Ora posso gridare forte di essere una calciatrice».
Cosa ti senti di dire alle bambine che fanno calcio?
«Dico di inseguire i loro sogni, le ragazzine che crescono oggi hanno tante cose in più che prima non c’erano, io a 15 anni sono andata direttamente a giocare. Ora le ragazzine possono crescere sin da piccoline ed è importante per loro, devo continuare a crederci e fare sacrifici».
Che effetto fa essere la beniamina di queste bambine?
«Anche io avevo il mio idolo da piccola, è un orgoglio essere il loro idolo. Vediamo tante bambine allo stadio, cerchiamo sempre di renderle partecipi con noi, magari anche parlando un po’ con loro».
Qual è il consiglio più tecnico che ti chiedono?
«Mi parlano sempre del mio piede, rispondo che ci sono nata e poi ci ho anche lavorato sopra. La domanda che mi fanno di più è questa».
Siete pronte per il Mondiale in Australia e Nuova Zelanda?
«Non ci poniamo obiettivi, pensiamo partita dopo partita. Avremo altre partite ad aprile dove lavoreremo per arrivare al meglio, vogliamo far gioire le persone italiane. La maglia azzurra va indossata e onorata, il nostro obiettivo è quello. Se riusciamo a fare questo i risultati arriveranno».
Potete vincere il Mondiale?
«Non lo diciamo. Nel 2017 abbiamo vinto un bronzo in Costa Rica con la selezione giovanile, ce l’ho a casa dei miei genitori, guai a chi tocca quella medaglia».
Hai una stanza dei cimeli?
«Sì, ho tante maglie e nessuno le deve toccare. Ho le maglie di Del Piero, Totti, Nedved, Pirlo tra gli altri».
Quando si raduna il gruppo azzurro, che gruppo è?
«Il gruppo è unito perché quando si arriva in Nazionale non si pensa alla maglia del club, ma si pensa all’obiettivo della squadra e l’obiettivo è fare bene con la stessa maglia. Fuori ognuno dà il massimo, dentro giochiamo a carte, con la Playstation e stiamo insieme».
Chi è la più simpatica, quella che cura più il look e quella più seria nella Roma?
«In questo momento direi Giacinti. Quella che cura più il look dico Losada, mentre sulla più seria Bartoli senza dubbio. È subito pronta lì».
Com’è il ruolo di vice capitano?
«Credo sia un onore indossare la fascia e onorare Elisa. Mi reputo fortunata e ringrazio chi mi ha dato questa opportunità».
Hai girato tante squadre in carriera, però a Roma si sta bene.
«Nelle altre squadre ho sempre fatto un anno, se non mi sono mossa da Roma vuol dire che sto bene e ho trovato la stabilità. Mi sento supportato dalla società e spero di conquistare tanti trofei».
Si percepisce tanto affetto nei vostri confronti.
«Siamo contente, significa che siamo riuscite a far divertire le persone. Siamo una Roma unica, sono molto contenta che si parli di noi».
Vi incrociate con i ragazzi di Mourinho?
«Quando andiamo a Trigoria ogni tanto li vediamo, ma non abbiamo ancora fatto una partitella contro di loro».
Dybala?
«Non l’ho ancora incontrato, gli chiederò subito la maglia».
Si avvicina il derby Lazio-Roma di Serie A: come lo vivi?
«Come un derby, bello giocare un derby. Io ho vinto il mio primo derby contro la Lazio. Di sicuro andrò a vederlo allo stadio».
Che rapporto hai con Serturini?
«Il suo soprannome è “bambola”, la chiamo solo io così. Abbiamo un bel rapporto, un po’ tutte insieme andiamo a mangiare insieme. Extra campo abbiamo un bellissimo rapporto».
Ha un bel carattere.
“Eh sì è di Bergamo, è come Giacinti».
Com’è il vostro rapporto con Spugna?
«Ha perso una scommessa e deve offrire da mangiare a tutte le ragazze, anzi faccio l’appello: “Mister, ricordati che devi offrire una cena per una scommessa che hai perso, la stiamo aspettando”. Abbiamo un rapporto scherzoso, quando si lavora siamo serie perché in quei momenti bisogna dare il massimo. Avere questa unità tutti insieme è importante per portare a casa i trofei».
Cosa vi ha detto quando avete pareggiato contro il Wolfsburg?
«Era l’uomo più felice in quel momento, era così contento che stava zitto. Non era semplice portare a casa un pareggio, poi era il giorno del suo compleanno».
Se potessi portare a Roma una giocatrice, chi sarebbe?
«A me piace Lavelle, ha piede, stazza fisica, tiro, tutto».