Un passo indietro che cancella un'illusione

Fino alla sosta per le nazionali di settembre abbiamo parlato di una Roma che ha rispettato le attese, con un già buon apprendimento dei dettami di Gasperini in quanto ad aggressività e pressing e qualche difficoltà in più sul piano offensivo, dovuta sia alla rosa a dispoaizione del tecnico che al tempo che serve per ingranare anche da quel punto di vista.
Con sei punti e delle prestazioni confortanti, queste due settimane hanno generato un nuovo livello di attesa, in vista di un match non impossibile - visti i risultati e le prestazioni del Torino nelle prime due - e in casa, dove la Roma non perdeva in campionato da dicembre dello scorso anno. Ci si aspettavano conferme su un piano e miglioramenti sull’altro, oltre all’ovvio auspicio di gustarsi un tardo pranzo ancora a punteggio pieno. Niente, però, è andato come si sperava o come, appunto, ci si aspettava, a cominciare dalla formazione che ha visto una soluzione, quella di Dybala in campo senza un partner di peso, che lo stesso tecnico aveva dichiarato in precedenza di non apprezzare particolarmente.
Un assetto che, volontariamente o meno, è stato neutralizzato da Baroni, che, cambiando la difesa da 4 a 3 ha cancellato tutti i benefici della scelta di Gasperini, che pure in realtà non ha piazzato Dybala in mezzo ma lo ha allargato - così come Soulé - con El Aynaoui centrale, complicando le cose in un reparto che, come detto, già non funzionava particolarmente bene, anche per il rendimento dei quinti, che in proiezione offensiva continuano a faticare a creare situazioni pericolose. In più, anche le cose che invece funzionavano non si sono viste: la Roma si è si posizionata, come ormai di consueto, in massa nella metà campo avversaria, ma l’aggressività e il ritmo non sono stati invece quelli delle prime due partite.
I cambi - con Dybala che stavolta ha fatto il percorso inverso - non hanno modificato la situazione e, nonostante la presenza di Ferguson, l’idea che stavolta non sarebbe arrivato l'episodio a salvare la situazione sì è fatta via via più concreta: un contesto di gioco in cui un errore può costare caro e l’errore di Koné è arrivato puntuale, condannando i giallorossi a una sconfitta anche troppo punitiva, ma che farà nuovamente modificare le aspettative.
Il pensiero di essere più avanti del preventivato è rimasto un’illusione e bisognerà evidentemente tornare nell’ordine di idee di dover attendere del tempo per vedere una Roma efficace e continua, non solo nei novanta minuti ma anche tra una partita e l’altra e, soprattutto, cambiando la formazione come è stato fatto oggi (e come non era stato fatto tra Bologna e Pisa). La settimana che inizia, per come finirà, rischia di essere la prima vera settimana complicata della gestione Gasperini: un primo vero crash test in un percorso che dovrà essere ancora molto lungo.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 20/2010 del 11/11/2010
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