Il futuro è stato un rifugio, ma tra poco diventerà presente

Il futuro è stato un rifugio, ma tra poco diventerà presenteVocegiallorossa.it
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Ieri alle 21:00Primo piano
di Gabriele Chiocchio
fonte L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Sta per concludersi una delle stagioni più assurde della storia recente della Roma, che però ha partorito un finale alla fine in linea con le aspettative iniziali: due turni in meno di Europa League e tre punti, che possono diventare sei, in più in classifica in Serie A collocano il rendimento di questa annata nella stessa fascia del recente passato, anche se il come si sia arrivati a tutto questo resterà nella memoria: un autunno da incubo e un inverno/primavera da sogno, tra la folle scelta di Ivan Juric e quella rassicurante di Claudio Ranieri.

La seconda è stata accolta fin da subito come estremamente provvisoria, tant’è che lo stesso Ranieri fa parte di quel gruppo di persone che hanno il compito di selezionare il suo successore, su cui fondare (si spera) i prossimi anni di lavoro. Arrivati alla fine di questa annata, ci si rende conto che la curiosità e la voglia di scoprire con chi sarà il futuro della Roma hanno fatto da esca e da rifugio, distraendo almeno in parte l’ambiente dal presente: probabilmente un’interpretazione fantasiosa, ma sicuramente collegabile al fatto che l’enorme striscia positiva sia stata facilitata da una pressione - fortunatamente - quasi inesistente, dovuta ovviamente anche all’aver poco da perdere dopo il girone d’andata.

Quando si è più leggeri si viaggia più spediti e tranquilli, e una Roma tranquilla è una squadra più forte di tutte quelle della parte destra della classifica e anche di più di qualcuna della parte sinistra, che non a caso sono state tutte battute nella famosa serie che ha permesso ai giallorossi di tornare in Europa e di giocarsi la Champions League fino alla fine e che ha trasferito quella fiducia anche negli appuntamenti più complicati del finale di stagione, nonostante le partite con Lazio e Juventus approcciate con un, a questo punto sempre più inspiegabile, timore.

Un bonus che sta volgendo al termine: chi succederà a Ranieri non avrà più questa cortina di fumo a proteggerlo e, forse, finirà anche vittima del confronto col passato al primo - fisiologico o meno che sia - inciampo. D’altra parte niente è gratis e tutto tornerà a galla tra poche settimane, quando il futuro in cui rifugiarsi diventerà presente.