Da talento a leader: Soulé pronto alla consacrazione

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“Soulé è un giocatore offensivo. I giocatori offensivi devono fare gol, fare assist, prendersi rigori, fare un’annata importante con i nostri giocatori d’attacco”. Con queste parole, dette durante la conferenza stampa di presentazione, Gian Piero Gasperini ha risposto alla domanda diretta sul ruolo di Matias Soulé. L’argentino ha vissuto una seconda parte di stagione da assoluto protagonista, riuscendo a rilanciarsi dopo un primo periodo di ambientamento poco brillante, e, tra i vari giocatori presenti in rosa, è sicuramente uno di quelli che può sfruttare al meglio il lavoro del tecnico di Grugliasco per compiere un ulteriore salto di qualità.
TALENTO A FROSINONE, GIOCATORE CON RANIERI – Soulé aveva mostrato un talento cristallino nella stagione vissuta con la maglia del Frosinone: gli 11 gol e i 3 assist in 36 presenze, però, non sono stati sufficienti per evitare la retrocessione dei ciociari, con il calciatore che ha fatto ritorno alla Juventus. La capacità di saltare l’uomo e di inventarsi giocate risolutive convinsero la Roma di De Rossi a investire 30 milioni di euro per il suo cartellino, avendo visto in lui la perfetta ala destra da far crescere nel 4-3-3 dell’allenatore di Ostia. L’inizio di stagione horror della squadra giallorossa, però, rallenta il suo ambientamento, con l’argentino che non riesce a mostrare appieno le sue qualità quando scende in campo. Con l’arrivo di Ranieri, dopo un paio di mesi di ulteriore ambientamento, la musica cambia: il numero 18 entra nelle rotazioni, fino a conquistare il posto da titolare, complice anche l’infortunio di Dybala. La fiducia ritrovata con il tecnico di San Saba gli permette di giocare con la mente più libera e di tirare fuori dal cilindro le giocate mostrate a Frosinone: bellissimi sia la punizione contro il Parma, sia il gol nel derby. Inoltre, dimostra di essersi calato perfettamente nella realtà giallorossa, sacrificandosi anche a giocare da quinto con ottimi risultati.
Il gioco offensivo di Gasperini, unito alla capacità di far crescere i giovani talenti, potrebbero quindi rappresentare il tassello mancante per la consacrazione del classe 2003, che a 22 anni ha la possibilità di crescere subito per diventare uno dei migliori giocatori del nostro campionato, e, soprattutto, tassello fondamentale e leader per la Roma del presente e del futuro.
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