Conferenza stampa - De Rossi: "Non si rifiuta la Roma. Obiettivo quarto posto, la squadra è forte. Me la giocherò alla morte per rimanere qui, sarebbe un sogno"

20.01.2024 08:05 di  Redazione Vocegiallorossa  Twitter:    vedi letture
Conferenza stampa - De Rossi: "Non si rifiuta la Roma. Obiettivo quarto posto, la squadra è forte. Me la giocherò alla morte per rimanere qui, sarebbe un sogno"

Daniele De Rossi ha parlato in sala stampa nella sua prima conferenza stampa da allenatore della Roma. Vocegiallorossa.it vi ha proposto la diretta testuale dell'evento.

Che tipo di lavoro hai impostato? Che Roma vorresti?
"Quando cambi l'allenatore, vedi sempre i giocatori che vanno a 3000 nei primi allenamenti. Bisogna vedere quanto riusciremo a tenere questa intensità nel tempo. La riposta è incredibile, si allenano forte, assorbono bene i 2-3 concetti nuovi che vogliamo introdurre adesso in questi primi giorni. Non di più, perché altrimenti fai solo confusione in pochi giorni".

Vi siete sentiti con Totti?
"Sì, mi ha mandato un in bocca al lupo, manifestandomi felicità e stupore. Anche io ero stupito. Ci vedremo comunque al più presto e passeremo del tempo insieme, cosa che ci piace fare a prescindere dalle vicende calcistiche".

Qual è il problema da risolvere
"Ci sono passato un anno fa nella SPAL. La società pensava ci fosse molti problemi, io no, ci sta. Io qui devo partire da zero, capire cosa non funziona ma in 3-4 giorni non fai in tempo ad analizzare tutto. Sono fortunato perché, essendo tifoso, ho già visto tutte le partite, quindi la conosco bene questa squadra".

Sarà contento a fine stagione se...
"Se saremo tra le prime 4 in classifica. Obiettivo da puntare, non facile ma possibile".

Questo è il momento giusto per allenare la Roma?
"Era il momento giusto per rifiutare la Roma? Non si rifiuta la Roma, come accaduto a Pirlo anni fa, quando accettò la Juve. Ci sono uomini che rifiutano, altri che si buttano dentro. Non è solo una questione di nostalgia del passato, avrei detto di no solo se avessi ritenuto scarsa la squadra, non vado a fare brutte figure se sono sicuro di farle. Io penso che la squadra sia forte. Il lavoro da fare penso ci aiuterà a fare bella figura ed aiutarmi anche nello sviluppo della mia carriera".

Il calcio di De Rossi?
"Dire il mio calcio mi fa venire i brividi e l'ho sentito dire anche da allenatori che stimo. A parte Guardiola, De Zerbi, Simeone, Conte che hanno spostato qualcosa nel calcio. Non sono al loro livello, penso che gli allenatori bravi li riconosci da come giocano le squadre. Se la Roma, alla fine di questo percorso, sarà riconoscibile e sarà organizzata allora sarò contento. Venire ricordato per uno che fa giocare bene la squadra e la fa vincere mi basta e avanza".

Si è parlato di Europa League, come traguardo, e cosa ti hanno detto di un'eventuale permanenza nel futuro?
"I Friedkin sono stati chiarissimi sulla durata del contratto. Io ho detto ok, mi va benissimo, mettete voi la cifra, mettetemi un bonus per la Champions e via. Un gesto dovuto per quello che sono stato qui e per l'opportunità grande che sto ricevendo. Il contratto è di sei mesi, mi gioco le mie carte, ho chiesto solo di trattarmi da allenatore, non da bandiera, calciatore o leggenda che va a fare il giro di campo con Romolo e loro erano totalmente d'accordo. Sanno che me la giocherò fino alla morte per rimanere qui, è sottinteso, e penso loro siano contenti di questo. Un allenatore che cerca di guadagnarsi la conferma con un gioco pulito senza ricorrere a chi sono stato qui. Sarebbe un sogno per me".

Difesa a 4 o a 3?
"Mi innamoro di questo lavoro con Spalletti, poi con Luis Enrique che è stato un colpo di fulmine. Questi tipi di allenatori, che portano tanti giocatori in fase offensiva e che difendono a 4, mi hanno fatto innamorare. Questa squadra gioca però da anni a tre, è costruita per giocare a tre, ci prendiamo fino all'ultimo minuto per decidere, abbiamo provato entrambe le cose. Si può anche difendere in un modo e attaccare in un altro tramite alcune rotazioni, vediamo. Magari cambieremo durante la partita o a seconda dell'avversario".

Fuori Trigoria c'è un ambiente particolare contro i giocatori e la dirigenza. Ha questa impressione e può essere uno stimolo?
"Non ho bisogno di stimoli in più, non mi destabilizza. Quando si sceglie come rimpiazzare un allenatore così amato come Mourinho, si devono prendere in considerazione molti fattori. Non sto dicendo di essere io la scelta giusta. Se avessero preso altri allenatori oggi disponibili, sicuramente la reazione dei tifosi sarebbe stata peggiore, a breve termine. I tifosi sono una parte importante, i pienoni allo stadio hanno portato dei punti. Nessuno toglie l'amore che hanno provato verso Mourinho, ma nulla impedisce loro di amare anche me continuando la scia d'amore allo stadio. Chiaramente, non mi hanno scelto per i miei risultati alla SPAL, non sono stupido, dire però scelta calmante è brutto, ci sono tante altre cose. Potrebbe essere una grandissima occasione per me".

Si aspettava così il giorno del suo rientro alla Roma? Si è sentito allenatore appena entrato nello spogliatoio?
"Uno non la sogna certamente così, sostituire l'allenatore più titolato della storia. Mi aspettavo un processo più graduale ma è piena la storia di traghettatori presi per poco tempo e che poi sono rimasti. Ultimo in ordine di tempo, Palladino. Me la immaginavo certamente diversa. Mi sento comunque allenatore, più in campo che nello spogliatoio. Non si cancella il rapporto di confidenza con molti giocatori. Non devo fingere. Chiaro che voglio bene a Pellegrini, Cristante etc ma si può avere rispetto dei ruoli pur essendo amici. Una persona mi aveva consigliato di non venire qui con la mia macchina, ma che devo fare? Fingere di essere povero? Non devo fingere. Quando siamo entrati in campo, lì mi sono sentito allenatore. Loro mi guardano, mi ascoltano, mi seguono, mi sembra che gradiscano ciò che sentono. Ora vediamo se ciò porterà a fare punti".

Roma ha fatto stufare Mourinho? Vi siete sentiti?
"Gli ho mandato un messaggio, non di circostanza, un messaggio sentito. Lui mi scrisse quando accettai la SPAL, era un gesto dovuto e giusto il mio. Non mi posso concentrare su altre cose ora, devo focalizzarmi sulla Roma perché, in questi giorni, ho dovuto fare anche tante altre cose, le divise, il contratto, tante cose non di calcio. Non vedo l'ora che si normalizzi il tutto e di poter pensare solo al calcio".

I problemi di questa squadra? Qualcuno l'ha stupita di più in questi giorni?
"Qualche problema l'ho riscontrato guardando le partite. La Roma non giocava male, come veniva detto. Giocava alcune partite male, altre bene. Con l'Atalanta e il Napoli, ha giocato grandi partite. La Roma ha avuto alternanze in campo. Qualche idea ce la stiamo facendo, ovviamente non posso dirvela qui, sarebbe irrispettoso. I giocatori sono forti, lo sapevo, e dal vivo rimani impressionato. Sono stato abituato a giocare con giocatori forti. Quando vedi toccare palla da Dybala, Lukaku, Pellegrini, questi giocatori qui, rimani colpito. Sono rimasto stupito da Pisilli, è forte, è un giovane, un ragazzo, un bambino ma mi ha impressionato".

Cosa non sottovalutare contro l'Hellas Verona?
"Squadra solida, ha mantenuto la barra dritta quando lì si parlava di altro, mercato, cessioni, casini societari. Hanno giocatori di fisicità, un gioco definito e riconoscibile, sanno fare bene. L'emozione dell'esordio non ci deve fare scherzi. Ci potrebbe essere un po' di malumore, anche se spero di no, dobbiamo essere tutti molto caldi, chi va in campo, in panchina e la gente fuori".