Una Roma spettatrice in Qatar si riscopre "squadra Mondiale" grazie a Luis Enrique

07.12.2022 11:15 di Luca d'Alessandro Twitter:    vedi letture
Fonte: Il podcast di Luca d'Alessandro
Una Roma spettatrice in Qatar si riscopre "squadra Mondiale" grazie a Luis Enrique
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I Mondiali in Qatar stanno entrando nel loro periodo clou, con Francia, Inghilterra, Brasile e Argentina che finora hanno rispettato i pronostici. Le altre due rimanenti a doversi qualificare ai quarti sono la Spagna e il Portogallo tra le big. Tra i vari gesti tecnici e i vari momenti di gloria delle nazionali minori a rimanere impressa è una frase pronunciata da un ex tecnico della Roma, il primo dell'era americana, l'allenatore della Spagna, Luis Enrique: "La prima cosa che dovremmo insegnare agli allenatori è che si tratta di uno spettacolo, uno show. Ai Mondiali si attacca solo quando sei sotto nel risultato". 

In un mondiale in cui la Roma è stata protagonista poco o nulla, stando a quanto detto da questa frase, potrebbe tranquillamente essere una squadra di Qatar 2022. In una delle conferenze stampa, durante la tournée in Giappone, a Matic è stato domandato, a lui che aveva avuto Mourinho già in Premier League per poi ritrovarlo da questa stagione in Serie A, se lo Special One fosse cambiato e lui sorridendo ha risposto: "A volte siamo noi a doverci adattare a lui e non lui al calcio moderno". 

Due allenatori che in passato sono stati a stretto contatto nel Barcellona, quando Mourinho era il vice di Bobby Robson e Luis Enrique un calciatore, ma che hanno preso ognuno la propria strada, ognuno con una filosofia diversa che li ha portato entrambi a vincere almeno una Champions League. 

Ora, tornando alla Roma, Luis Enrique arrivò nel momento della costruzione delle fondamenta, Mourinho è arrivato quando ormai erano solite, ma iniziavano a scricchiolare e da una parte lo spagnolo non verrà ricordato bene, mentre lo Special One resterà l'allenatore della Conference League. 

Al di là delle opinioni, la frase di Luis Enrique è abbastanza attuale per questa Roma che viene spesso accusata di non avere un gioco vero e proprio e di conseguenza non fornire un bello spettacolo, ma di giocare sui nervi, soprattutto quando le cose si mettono male con Mourinho che fa saltare il banco e inserisce tutti gli uomini offensivi possibili che se da un lato nella scorsa stagione è stato un punto di forza di una squadra capace di riacciuffare o vincere partite all'ultimo secondo, in questa stagione ha destato più confusione che altro. 

Ovviamente non c'è un vincitore, se non quello che alla fine vince sul campo, però fa riflettere come una Roma con pochi giocatori al Mondiale, si riscopra una squadra "mondiale", grazie a un suo ex allenatore.