Totti: "Salah? Non è stato lui a voler andare via. Avrei voluto portare Barella a Roma"

01.05.2020 08:15 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Totti: "Salah? Non è stato lui a voler andare via. Avrei voluto portare Barella a Roma"
Vocegiallorossa.it

Francesco Totti è intervenuto ieri in diretta Instagram insieme a Paolo Bonolis.

Il gol con il City a Manchester o con l’Inter a San Siro?
«È diverso, perché uno l’ho fatto interno e l’altro di esterno. Contro il City era una partita di girone, a San Siro è stato più bello. Tra Inter e Milan, ne hanno visti di campioni».

Cosa ti piacerebbe fare nel mondo del calcio?
«Ho intrapreso questa nuova avventura di scouting. Stando alla Roma non ho potuto esprimermi come avrei voluto e neanche ne voglio più parlare. Voglio trovare altri Totti, altri Cannavaro o Buffon. L’occhio mi è rimasto».

Sulle qualità di un giocatore.
«La cosa più importante per un giovane è la famiglia che ha dietro. Poi certo, deve avere talento, doti, fortuna, passione… Ma quando la famiglia ti segue e ti trasmette i valori importanti hai ancora più possibilità».

E non comporta un ostacolo la famiglia troppo vicina?
«Il rispetto che ti insegna la famiglia ti aiuta».

Molti ragazzi perdono quella voglia di accettare la fatica per riscattarsi...
«Nel calcio se non c’è fatica o voglia di emergere non vai da nessuna parte. A quindici anni devi lasciare da parte tante piccole cose, come la discoteca, la fidanzatina. Lì per lì non riescono a capirlo, poi quando crescono se ne rendono conto. Tanti ragazzi che erano bravissimi pensavano più a divertirsi che a lavorare».

Se ne incontrassi uno come risolveresti il problema?
«Cercherei di direzionarlo dalla parte giusta, ma è il ragazzo che deve capire e venirmi dietro e non è facile. C’è bisogno di armonia».

Non voglio sapere quali giovani stai monitorando, ma tra quelli che sono già in Serie A vedi qualcuno che potrà essere un perno importante per il futuro? Come Tonali?
«Per Tonali farei carte false. Secondo me diventerà uno dei centrali più forti del mondo. Ha tutto ciò che un giocatore deve avere. Bravo tecnicamente, di testa, è sempre lucido in qualunque partita».

Zaniolo?
«Ne ho già parlato. È un giovane fortissimo e ancora deve dimostrare che giocatore sia. Ha dei margini di miglioramento elevatissimi.
Quando lo hanno dato via, è stato un errore».

Hanno pensato di fare la cosa giusta...
«A volte è anche l’ambiente che fa emergere i giocatori. Ci vuole fortuna per chi incontri in quel percorso. Io mi reputo fortunato perché ho incontrato Mazzone e mi ha cresciuto sia in campo che fuori. Zaniolo ha incontrato Di Francesco che in lui ha sempre creduto. A volte si preferiscono i veterani e i giovani non riescono a mettersi in luce. Il problema di Roma è che è una piazza particolare. Non puoi sbagliare, specialmente se sei giovane».

Roma ha degli alti e bassi umorali enormi. Fai un gol e sei fortissimo, sbagli una cosa e ti odiano.
«Appunto è necessario avere delle persone dietro che ti proteggono. Ti portano dalle stelle alle stalle in un attimo».

Quanto talento ha sprecato Cassano?
«Tanto, secondo me si è espresso al 30%. Antonio tecnicamente è il giocatore che mi ha fatto divertire più di tutti. Ci capivamo ad occhi chiusi, quello che abbiamo fatto a Roma difficilmente si vedrà di nuovo. Il problema è che è matto».

Riccardo Poletta?
«Gioca con Cristian negli Under 15, è del 2005. È bravissimo».

Barella?
«È stato uno dei miei pupilli. Lo avrei portato alla Roma il prima possibile ma non ci sono riuscito».

Un consiglio per gli aspiranti osservatori?
«In primis devono capire di calcio. Se non sai l’abc è inutile che ci provi. È comunque un modo per rimanere nel mondo del calcio».

Il campionato della Lazio.
«Stanno facendo una stagione che nessuno si sarebbe mai aspettato. Un plauso a Inzaghi e a tutta la squadra. Ha quei tre o quattro giocatori che gli stanno facendo la differenza. Tare è un grande direttore sportivo e un grande intenditore».

Ti manca la Curva Sud?
«La curva rimarrà sempre con me, quindi non mi mancherà mai».

Salah vi ha abbandonato per andare al Liverpool?
«Non ci ha abbandonato. La società in quel momento era in crisi e doveva vendere. Lui era quello che in quel momento aveva più mercato, quindi non è stato lui a scegliere di andare via». 

Il problema stadio si risolverà?
«Non lo so, ci vuole tempo. Forse se cambiano location, a Tor di Valle la vedo complicata». 

Giochi a paddle?
«Me la cavo, dopo il calcio è lo sport che mi piace di più».

Nicolò sta recuperando?
«Sì. Ha detto che il ginocchio risponde bene, ma non bisogna affrettare i tempi».

Sei mai stato vicino a lasciare la Roma?
«Nel 2004 mi aveva cercato il Real Madrid. È stato difficile dire di no, però la famiglia e gli amici mi hanno spinto a rimanere e ho fatto la scelta giusta».

Anche il Milan?
«Si, c’è stato un momento in cui Galliani e Berlusconi avrebbero fatto carte false per portami a Milano».

Ti manca lo spogliatoio?
«È l’unica cosa che mi manca. Lo spogliatoio era tutto: divertimento, incazzatura, gli scherzi. C’era di tutto e di più. Sentivi cose impensabili uscire dalle bocche dei compagni».

Romagnoli può diventare come Nesta o Cannavaro?
«È un buon giocatore. Lo conosco bene, giocava in primavera con la Roma, poi è stato in prima squadra e ora è capitano del Milan. Quindi ha buone prospettive».

Se va via Pallotta torni a Roma?
«Nella vita mai dire mai».

Quello con cui ti sei arrabbiato di più?
«Io mi arrabbiavo difficilmente con i giocatori, mi arrabbiavo più quando perdevo le partite».

Il calcio a Balotelli.
«Ho detto a Mario l’altro giorno: "Ti ha detto bene che non ti ho preso, altrimenti sai dove ti mandavo"».

Il difensore più forte che hai affrontato?
«Nesta».

Cosa pensi di Ibrahimovic?
«Mi fa impazzire per come gioca, poi vuole sempre vincere e ha la mentalità diversa da altri giocatori. È un fenomeno».

Le dichiarazioni di Osvaldo?
«È matto, che ti devo dire. Gli hanno chiesto alcune cose e lui l’ha presa un po’ alla larga, ma non posso dire niente io. Lui ha detto tutto e io niente».

Florenzi?
«Lo sento spesso, lo saluto. È a Valencia. Ha detto che è un posto magnifico».