Torosidis: "Alla Roma compete la Champions League. Ho scelto i giallorossi per storia e tradizione, farò di tutto per portarli dove meritano"

28.01.2013 12:50 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Torosidis: "Alla Roma compete la Champions League. Ho scelto i giallorossi per storia e tradizione, farò di tutto per portarli dove meritano"
© foto di Vocegiallorossa.it

Alle ore 13.00 ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione del nuovo acquisto Vasilis Torosidis.

Sabatini introduce il calciatore: "Torosidis è un calciatore che abbiamo voluto prendere per nostre mancanze, ci sono stati calciatori dai quali ci aspettavamo un recupero, come Dodò, o una buona condizione, come Balzaretti. Ci è rimasto sano a giocare Piris e abbiamo completato il reparto in maniera selettiva, non ci sarebbe servito uno specifico terzino sinistro, ma un calciatore che avesse potuto supplire a tutti e due i ruoli. Lui lo sa fare molto bene, si tratta di un ragazzo esperto, con 300 partite nell'Olympiacos, condite con tante gare di Champions ed Europa League e da una cinquantina di gare in nazionale. Gli ringrazio di aver scelto la Roma, avrebbe potuto fare altre scelte ma ha accettato in extremis la Roma e quello che può offrirgli. Ho un ricordo doloroso di lui, l'ho incontrato in Champions League quando lavoravo alla Lazio e ci eliminarono nel girone. Lui fece una partita di grande rilevanza".

Prende la parola Torosidis:

Come giudichi la sua prova e la prova della squadra a Bologna?
"Non è il momento di giudicare, è abbastanza presto. Posso fare il mio lavoro, sperando che l'allenatore mi dia possibilità. Arriverà il momento in cui potrò giudicare la squadra e me stesso".

Come giudichi invece l'atmosfera della squadra?
"E' un ambiente che mi ha accolto benissimo, come se fossi da anni qui. Sono ragazzi formidabili e di valore assoluto, è tutto positivo come clima e atmosfera".

Quanti margini di miglioramento ha questa squadra?
"Devo lavorare di più a livello personale e di gruppo, poi arriverà l'inserimento negli schemi che ancora non ho assimilato".

E' la squadra più forte nella quale tu abbia giocato questa Roma?
"Non posso fare paragoni, ho fatto un passo importante arrivando in un club riconosciuto a livello internazionale come la Roma".

Perché la Roma è all'ottavo posto in classifica?
"Non posso giudicare, non ho avuto modo di vedere le partite della Roma. Posso solo dire che non dovremmo essere qui, giudicando l'aspetto del talento del gruppo. Lavorerò per migliorare e portare la Roma dove merita di stare".

Sarebbe una delusione non fare le coppe europee l'anno prossimo?
"Alla Roma compete la Champions League. Sono abituato a lavorare sotto pressione per arrivare a traguardi importanti, vorrei farlo anche qui alla Roma. La squadra non è messa bene, ma farò di tutto per portarla dove le spetta di essere".

Perché il numero 35?
"Scelta casuale, iniziai allo Xanthi con questo numero, siccome mi ha portato fortuna l'ho tenuto".

Cosa è cambiato rispetto alle altre volte in cui il tuo nome era stato accostato alla Roma?
"E' stata una scelta della squadra, meglio tardi che mai".

Hai parlato con Tachtsidis? Ti ha raccontato quanto è difficile giocare sotto pressione qui a Roma?
"Ero abituato a lavorare in un gruppo sempre sotto pressione, tutt'ora  è avanti di 14 punti e la pressione dei tifosi è sempre quella. Accetto le critiche, imparerò a migliorare. Tenterò di farmi arrivare più applausi possibile".

Ti aspettavi una situazione ambientale così difficile?
"Il gruppo è importante e mira in alto, è normale che ci siano pretese da parte dei tifosi. Spero che arrivino sia punti che vittorie".

Com'è stato il tuo impatto con Zeman?
"Mi ha accolto benissimo. Mi ha chiesto solo di attaccare più che potevo senza scordarmi di coprire. E' giusto che sia così, la Roma è una squadra che deve giocare in attacco. Spero di inserirmi il prima possibile nei suoi schemi".

Dall'estero, il campionato italiano conserva il suo fascino? Perché Roma e non Londra?
"Il campionato italiano è uno dei tre o quattro più importanti. Offre spettacolo, le squadre giocano per fare gol. E' normale che io sia onorato di vestire la maglia della Roma e di giocare in questo campionato. Non potevo non scegliere la Roma, conoscendo la sua storia e la sua importanza".

Un giudizio sugli allenamenti di Zeman?
"Non posso sbilanciarmi, ogni allenatore ha la sua filosofia. Zeman insiste sul lavoro di resistenza e del gioco all'attacco, ed è giusto che sia così. Dobbiamo offrire spettacolo e attaccare, il lavoro sulla resistenza è un allenamento che mi offrirà spunti per migliorare a livello personale".

In quale posizione ti trovi meglio?
"Il mio ruolo è quello di terzino destro, ma mi posso adattare ad altri ruoli. Dove mi chiederà di stare l'allenatore io giocherò".

Ti preoccupa la fase difensiva?
"Non posso giudicare, posso dire che abbiamo giocato all'attacco e siamo stati sfortunati in due episodi, è una Roma che gioca all'attacco e mi piace, spero che nelle prossime partite miglioreremo senza stare troppo scoperti".

Calcisticamente ci sono molte analogie tra Roma e Atene. Questo può avvantaggiarti?
"L'ambiente è caldo, e questo mi fa piacere. Parto privilegiato, ma le grandi squadre nascono da grosse pretese. Se l'ambiente avrà pretese, le accetterò come ho fatto ad Atene per sei anni. A volte sono andato in difficoltà, ma questo significa che il club è grande e lavorerò per portare la Roma in alto".

© foto di Gino Mancini