Smalling: "Sono stato fortunato a venire alla Roma, in alcuni momenti ho pensato che la trattativa sarebbe saltata"
Il difensore giallorosso, classe '89, Chris Smalling ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne di The Telegraph dove ha parlato del suo passato al Manchester United e del suo presente alla Roma.
"Penso che gli applausi e l'amore che ricevo dai tifosi siano perché volevano un difensore centrale solido, forte e capace di essere un leader, che sono tutte caratteristiche ritengo di avere. Il club mi ha riportato qui perché voleva questo".
Sull'ambientamento in Italia.
"Spero di riuscire a parlare fluentemente italiano molto presto. Non sarebbe come vincere un trofeo con la maglia della Roma, ma sarebbe qualcosa che mi porterei dietro per il resto della mia vita. È uno dei miei obiettivi... mi piace quando le persone si districano tra diverse lingue. La vedo come una grande abilità".
Sulla stagione 2018/2019 con la maglia del Manchester United FC.
"Avremmo potuto concludere meglio la stagione (2018/2019) ma ho avuto un rendimento regolare ed ero proiettato per la battiglia successiva. Circolava la voce che sarebbe arrivato Harry (Maguire, ndr). Ho già parlato del fatto che ogni anni un allenatore porta un difensore centrale e di come io, alla fine, giocassi puntualmente la maggior parte delle partite (ancora una volta, ndr). Ero concentrato sul Manchester United, volevo giocare e migliorarmi. Non ho preso minimamente in considerazione l'interesse né dei club inglesi né di altri perché non mi vedevo da nessun altra parte. All'inizio di quella stagione, non andavo neanche in panchina. Una cosa che non mi era mai capitata. Sapevo che con Ole avevo i giorni contati. Ero molto frustrato perché avrei preferito saperlo prima. Mi era rimasto un giorno per trasferirmi e, con la finestra di mercato inglese chiusa, mi rimaneva quella italiana. Sono stato lasciato in una situazione spiacevole. Dovevo prendere una decisione in poco tempo ma, dopo aver avuto una chat con Ole dove mi diceva che non sapeva quando sarebbe stata la mia prossima partita, ho capito. In una situazione normale avrei saputo certe cose all'inizio dell'estate ed avrei studiato dei piani alternativi invece avevo solamente un giorno. Mia moglie, inoltre, aveva partorito da poco. Insomma, sono successe molto cose all'ultimo".
Su Ole Gunnar Solskjær, tecnico dei Red Devils.
"Non ero abituato a sedermi in panchina, volevo giocare, davvero. Se lui mi avesse detto che ero la terza scelta ma che avrei comunque avuto opportunità di giocare, che era ciò di cui avevo bisogno di sentirmi dire, sarei rimasto. Ovviamente ho deciso di andare via ed in questo mi ha aiutato molto mia moglie che, oltre ad aver partorito da poco, doveva convivere che per metà del tempo sarei stato fuori con la squadra. Non potrò mai ringraziarla abbastanza per il sostegno che mi ha dato".
Sulla chiacchierata a fine stagione con lo United.
"A volte è stato davvero difficile. Ho dovuto parlare sia con Ole (Gunnar Solskjær, ndr) che con Ed (Woodward, vice-presidente esecutivo, ndr) per avere un po' di chiarezza e smuovere qualcosa".
Sul trasferimento all'AS Roma.
"Nella passata stagione sono stato fortunato ad approdare alla Roma (in prestito, ndr) anche perché sono stato in un limbo fino all'ultimo. Se non fosse andato alla Roma avrei trascorso una stagione in tribuna. Era una situazione del tipo o faccio un'anno in tribuna o vado in un altro Paese. Sono rimasto comunque di proprietà dell'United. Questa stagione, invece, volevo prendere possesso della mia carriera. Ho avuto un 'estate per decidere quale fosse la soluzione migliore per me".
Sulla lunga trattativa legata al suo passaggio dal Manchester United FC all'AS Roma.
"Ci sono stati diversi momenti in cui ho pensato che sarebbe saltata, fin dalla prima settimana. Ci sono state fasi in cui ero vicinissimo e poi sfumava. All'ultimo è stata un po' dentro o fuori, sapevamo che era stato completato tutto ma non veniva formalizzato. L'ora successiva eravamo ancora lì ad aspettare che il trasferimento venisse confermato".
Sulla passata stagione.
"Quando lo United non inizia la stagione come dovrebbe, proprio perché è lo United tutto viene messo in discussione. Anche quando sono andato in prestito non ho mai nascosto che se avessi avuto la possibilità di tornare, l'avrei fatto. Non c'era bisogno che mi venisse detto che sarei stato la prima scelta, bastava avere la possibilità di tornare. Quando sono arrivati Bailly o Lindelöf, mi sono sempre impegnato per giocarmi il posto. Non appena non sono stato più preso in considerazione la situazione è cambiata. Il mio obiettivo è sempre stato quello di giocare e restare allo United finché non mi è stata tolta la possibilità dalle mani...".
Sui tifosi.
"Ho letto molti messaggi toccanti. Vorrebbero che fossi ancora lì e che giocassi per loro come so. Questo la dice lunga. Durante l'estate è stato bello sentire tante voci amiche: i tifosi della Roma che mi rivolevano e quelli dello United che volevano che restassi".