Simplicio: "Sabatini non mi vedeva di buon occhio"
Quando sei indesiderato è meglio salutare in punta di piedi e fare posto. Fabio Henrique Simplicio lascia l'Italia da uomo vero, da professionista serio, esemplare. Ora per lui si aprono le porte del Giappone. Il centrocampista brasiliano va via dalla Roma e approda al Cerezo Osaka. Per lui contratto di un anno e mezzo. Pronto ad entrare nel cuore dei giapponesi. "La lingua la imparerò presto", assicura Fabio a TuttoMercatoWeb con la voce bassa e l'emozione di chi sta per cambiare vita ed abitudini. E sullo sfondo c'è il pianto del piccolo Jordan. Due anni, una vita davanti sognando di ripercorrere le orme del papà. "Diventerà più forte di me", afferma sorridendo.
Lei intanto se ne va in Giappone. "Ho deciso in accordo con la mia famiglia di provare questa nuova esperienza. Già qualche anno fa mi era arrivata una proposta del genere, ma era ancora presto. Ora invece è arrivato il momento di cambiare aria. Per me sarà un'esperienza abbastanza importante. Poi non entravo nel progetto della Roma, così ho deciso di andare via dall'Italia, dall'Europa".
Si spieghi meglio.;In Italia sono stato benissimo, ho vissuto anni importanti e belli. Per fortuna i momenti brutti sono stati pochi. Ma tra Palermo e Roma ho trovato in Sabatini un dirigente che non mi vedeva di buon occhio. Così la situazione per me è diventata complicata. Nel calcio succede, l'opinione dei dirigenti va rispettata. Sicuramente certe cose non mi sono piaciute".
Cioè? "Innanzitutto quando ero a Palermo. Con Zamparini avevo un rapporto straordinario, lui si è sempre comportato bene. Mentre da quando è arrivato Sabatini non ho avuto più soddisfazioni personali. Con lui ho avuto problemi a Palermo e pure a Roma, così ho deciso di cambiare e dire basta. Non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Forse il direttore non mi vedeva di buon occhio per il mio status da extracomunitario. Lui pensa al progetto con i ragazzi più giovani... a Palermo avevo un rapporto bellissimo, fantastico, con la gente e con la maglia. Andare via è stato un grande dispiacere. Ma sono andato alla Roma, come potevo rifiutare? Questa giallorossa è stata una grande occasione, anche se ha mandato avanti le trattative per il rinnovo sino alla fine e poi sono andato via a zero. L'anno scorso appena arrivato già mi ha fatto fuori dal ritiro. Quest'anno sapevo come sarebbe andata, così ho detto al mio procuratore di trovare un'altra soluzione. Quando succedono queste cose è difficile andare avanti. Quindi meglio così, vado via, vado in Giappone. Questo cambiamento mi farà bene, la mia testa sarà più sgombra".
Il suo momento più bello in Italia? "L'esordio con la maglia del Parma è stata una cosa bellissima, fantastica. E poi sicuramente i gol nei derby con le maglie di Palermo e Roma. Fare gol a Catania e Lazio è stata una grande emozione".
E la Roma? "Sono stato bene anche in giallorosso, giocare insieme a gente come Totti e De Rossi è stata un'esperienza importante e molto bella. Sono felice di aver giocato nella Roma. Segnare nel derby, sotto la mia curva, è stata una grande emozione. Della piazza avrò sempre grandi ricordi. Per quanto riguarda il resto, capita di trovare qualcuno con cui non vai d'accordo e che magari ha altre idee. Io devo rispettare il pensiero di Sabatini, va bene così. Prendo atto della decisione. In bocca al lupo alla Roma, che farà un grandissimo campionato".
L'allenatore che le ha dato di più? "Per primo Baldini. Ma Ballardini è stato l'allenatore che mi ha fatto sentire per davvero un giocatore, ce l'ho nel cuore. È un grande tecnico".
E Luis Enrique? "Devo ringraziarlo. Se l'anno scorso sono rimasto è stato merito suo. Dove andrà farà benissimo. Gli auguro di tornare presto in panchina".
Ci lasciamo designando il suo erede. "Difficile dirlo. Ma un ragazzo che mi piace perché ha talento e farà strada è senza alcun dubbio Marquinho. Diventerà un grande".