Roma Radio, Garcia: "Sono la guida della mia squadra, c'è sempre stato rispetto tra me e la società"

23.12.2014 10:10 di Marco Rossi Mercanti   vedi letture
Fonte: Roma Radio
Roma Radio, Garcia: "Sono la guida della mia squadra, c'è sempre stato rispetto tra me e la società"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Rudi Garcia è stato intervistato da Roma Radio. Ecco le sue parole:

(intervista introdotta da una canzone francese): “Dolce Francia canzone straordinaria, anche se non è del mio tempo”.

Chi è Rudi Garcia?
"C'è un personaggio privato, che conoscono solo i miei cari, sono totalmente diverso dal personaggio pubblico e da quello privato".

Che cos'è l'amicizia?
"Nel calcio ho due amici, al di fuori di esso ho un caro amico radiologo, sono molto fedele su questo sentimento. Quando uno ha un problema deve essere ascoltato dagli amici, ci sono sempre".

Com'era Rudi Garcia da ragazzo?
"Ero un po' agitato, ma sempre con l'educazione che mi hanno dato i miei genitori. Sono stato anche sospeso a scuola perché ero troppo distratto (ride, ndr)".

Che padre sei?
"Ho sempre puntato sulla libertà, le mie figlie devono capire quello che possono e non possono fare. Le figlie sono sempre protette dal padre".

Cosa ti rilassa?
"Vedere film, ora vedo anche i film in lingua italiana".

Cucinare?
"No, ho sempre avuto donne meravigliose che mi hanno viziato, delle volte cucino pasta alla francese che è immangiabile".

Ti senti un po' italiano?
"Ora sì, quando vivevo in Francia mi sentivo più spagnolo, conosco tanti paesi ma dell'Italia ancora molto poco, sono stato a Venezia a 15 anni. Ho degli amici a Digione che sono proprietari di tanti alberghi lì e sono italiani, poi sono andato anche a Milano, altrimenti non conosco nulla di nulla. Adesso che sono qua è incredibile, non è che sto bene, sento proprio le cose qua, il cibo, le canzoni, la bellezza della lingua. Vivo il presente, sono un tipo concreto, l'Italia è un paese latino. Io ho 3/4 dei miei nonni spagnoli, mi sento forse più spagnolo che francese".

Formaggi francesi o italiani?
"Ci sono più varietà in Francia, a Lille ci sono formaggi che puzzano (ride, ndr), ma quando li mangi sono divini, tipo il Vecchio Lille".

Vino francese o italiano?
"Ho scoperto dei vini dell'Alto Adige molto buoni, anche il Montepulciano d'Abruzzo, sono un tipo molto più da rosso. Ci sono però dei vini in Borgogna ottimi, sono una sorta di esperto, in quella regione ho vissuto per 5 anni. Sono quasi sempre stato circondato di italiani, anche il presidente del Digione era un po' italiano. Sono arrivato a Lille e anche lì ho incontrato altri amici un po' italiani".

Cosa non ti piace dell'Italia?
"Delle volte si fa passare il francese come un tipo rude, ma non è vero. Io ho vissuto a Saint-Etienne e Lille dove la gente è fantastica, forse perché la gente ha sofferto ed è rimasta questa cosa di aiutarsi. Al Nord della Francia si piange due volte: quando arrivi e quando vai via".

È vero che i francesi sono contro Parigi?
"Sì, in effetti c'è una sorta di antagonismo verso Parigi".

La musica che ascolti?
"Sono onnivoro, ascolto un po' di tutto, sto scoprendo la canzone italiana e mi piace, sto notando che siete molto romantici, fate tante canzoni d'amore. In Francia lo siamo di meno".

Cinema?
"Mi piace il thriller, anche i film d'avventura dove non c'è da pensare ma solo da rilassarsi".

Quanto leggi?
"Non abbastanza, ho tanti libri di Paulo Coelho, uno dei miei scrittori preferiti, ma leggo poco".

Donne francesi o italiane?
"Non si può vivere senza di loro, sono un dono di Dio, la dolcezza delle donne nel futuro farà la differenza".

Differenze tra i due tipi di donne?
"C'è un po' di tutto, in Italia la donna più bella è la mia (ride, ndr). Vi abbiamo rubato la Bellucci e la Bruni (ride, ndr)".

Come stai vivendo in Italia?
"Inizialmente i tifosi erano scettici su di me, mi dicevano che era una piazza difficile ma non è vero, i tifosi sono fantastici ed intelligenti, hanno capito che diamo tutto in campo per la Roma. Ci è capitato di perdere qualche partita, ma i tifosi hanno capito che la cosa che stiamo costruendo la facciamo con il cuore e con la nostra energia. Per me conta solo il parere dei tifosi. Quando vivi la prima partita all'Olimpico, capisci subito che il cuore è la Curva Sud. Da quando sono arrivato c'è stato un sostegno importante, iniziano canti e cori con entusiasmo, ci supportano. Dopo le partite ho voglia di salutare tutto lo stadio".

Che consiglio daresti al Garcia di un anno fa?
"Di fare le stesse scelte, i giocatori e la società, insieme ai tifosi, devono essere uniti per stare più in alto possibile".

Le frasi che hai detto in questo periodo (ad esempio il fatto che la Roma vincerà lo scudetto) le senti veramente tue?
"Sì, quello che conta è la comunicazione interna con i giocatori, io sono la loro guida, faccio in modo di trasmettere la mia energia, voglio che loro traducano in campo questo, dando tutto ed esprimere un'identità di gioco. So che la gestione umana di tutto ciò che abbiamo intorno e quella con i media è molto importante. Cerco sempre di rispettare tutto e tutti ma dicendo comunque quello che penso, con il rispetto verso gli altri, poi è normale non essere d'accordo".

Ti hanno mai mancato di rispetto in Italia?
"Dalla mia società e dai miei giocatori e tifosi mai, ci siamo sempre rispettati. Per quanto riguarda gli altri non mi interessa, non sono veri tifosi, non sono romanisti per niente e quindi non contano nulla".

Parli come se dovessi rimanere tanto tempo...
"Lo spero tanto, sono uno che lavora ogni giorno per il futuro del club, come se la mia vita fosse la Roma in questo momento, almeno finché non mi cacciano. Abbiamo le stesse ambiziosi, andiamo avanti insieme. Ora è Natale, ci sono tante luci in strada, ognuno di noi ha un animo di bambino dentro ed è felice in questo periodo, è il momento da passare con i propri cari e sono felice. Io sto in Italia, molti dei miei amici sono in Francia e non vedo l'ora di vederli".