Pau Lopez: "Bello tornare a Trigoria, è il momento di iniziare a convivere col virus. Ho iniziato a fare il portiere per mio padre. A Bologna la parata più difficile"

09.05.2020 08:02 di  Danilo Budite  Twitter:    vedi letture
Pau Lopez: "Bello tornare a Trigoria, è il momento di iniziare a convivere col virus. Ho iniziato a fare il portiere per mio padre. A Bologna la parata più difficile"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

In diretta Instagram sul profilo ufficiale della società, Pau Lopez ieri ha risposto alle domande dei tifosi.

Com'è stato il ritorno a Trigoria?
"Bello, la situazione ora è diversa, dobbiamo scendere in campo con la mascherina, rispettare tutte le indicazioni".

Come vi state allenando?
"La squadra è divisa in gruppi, 4 calciatori per ogni campo. Noi portieri ci alleniamo due alla volta, per noi è cambiato poco, ma comunque dobbiamo rispettare le precauzioni".

Cosa pensi sul ritorno in campo?
"È il momento di iniziare a convivere col virus, noi come tutti i lavoratori. C'è bisogno di tornare a lavorare, anche nel mondo del calcio. Non ci sono solo i calciatori, ma tutte le persone che hanno bisogno di lavorare. Il virus non sparirà a breve, quindi bisognerà imparare a conviverci. Abbiamo questi due mesi per capire come convivere col virus e per farci trovare pronti per la prossima stagione".

Come hai scelto di fare il portiere?
"Mio padre faceva il portiere nel paesino dove abitavo. Mi è sempre piaciuto vederlo e mi sono messo in porta per lui".

Come ti trovi con Mirante e Fuzato?
"Benissimo. Mirante mi ha aiutato molto dall'inizio, sempre col sorriso. Ha un peso importante nello spogliatoio".

Com'è vivere in Italia?
"L'Italia è simile alla Spagna. Si trova tutto, mi trovo bene con la gente, la pasta è incredibile".

Differenze tra calcio italiano e spagnolo?
"Qui il calcio è più tattico. Io non seguivo il calcio italiano, quando sono arrivato qui non conoscevo i calciatori ed è stato difficile all'inizio".

La parata col Genoa a Marassi?
"La cosa difficile era che il cross veniva dalla mia destra e quando l'avversario colpisce la palla stavo andando a sinistra. Quindi mi ha preso in controtempo".

Più difficile quella parata o quella a Bologna?
"Quella a Bologna. La situazione era frenetica, ho dovuto scegliere in fretta di uscire. Questa è una cosa che mi ha insegnato Savorani, gli ho tolto spazio uscendo e l'ho preso di sorpresa".

Come hai allenato la reattività a casa?
"Non l'ho allenata, è impossibile. Abbiamo fatto soprattutto esercizi di froza sulle gambe, ci mandavano un programma quotidiano, era diverso dal solito, ma era quello che potevamo fare".

Posto preferito di Roma?
"Mi piace molto passeggiare a Villa Borghese con i miei due figli".

Un portiere a cui ti ispiri?
"Ho provato sempre ad imparare da tutti quelli che vedevo in tv, anche oggi cerco di imparare da tutti i portieri con cui mi alleno o da quelli che vedo in tv. Non ce n'è uno in particolare".

Hai visto la Casa di Carta?
"Si, certo".