Olsen: "Sapevo che ci sarebbe stata pressione, ma quella più grande arriva da me stesso: voglio dimostrare ciò che valgo"

25.11.2018 20:35 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Olsen: "Sapevo che ci sarebbe stata pressione, ma quella più grande arriva da me stesso: voglio dimostrare ciò che valgo"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Robin Olsen ha rilasciato una lunga intervista a svt.se.

Ti stai adattando bene a Roma?
“Penso di sì. Sapevo che ci sarebbe voluto tempo per abituarmi a un nuovo campionato, a una nuova squadra, a nuovi compagni. Serve tempo. Ho lavorato tanto dal primo giorno, per adattarmi il più rapidamente possibile a tutto, a inserirmi nel gruppo, a sapere come volevamo giocare e tutto. Penso di esserci riuscito bene e rapidamente”.

Come ti sei sentito quando il tuo trasferimento si stava completando?
“Mi è stato detto per la prima volta durante il mondiale in Russia, e non sapevo se fosse solo una voce. Ma ho parlato col mio agente e mi ha confermato tutto. Ma eravamo nel corso del mondiale, avevo partite molto importanti e mi stavo godendo l’essere lì, l’estate in Russia, giocare il mondiale, un sogno di infanzia. Ero molto felice quando ho sentito queste voci, ma non ho voluto anticipare le cose per concentrarmi sul mondiale”.

Cosa hai provato quando il trasferimento è diventato realtà?
“È stata una cosa molto grande. Arrivavo a Roma, un club fantastico con una bella storia. È stato speciale imbarcarmi sul volo sapendo che avrei firmato per la Roma. Ma era anche una motivazione, volevo inserirmi in squadra, giocare bene, avere spazio e ottenere successi di squadra. Ero felice, ma sempre più felice col tempo che passava, giocando i match che volevo giocare come quello vinto contro il CSKA Mosca in Champions League”.

Com’è giocare in una città come Roma, dove il calcio è così importante e la Roma significa tanto per molte persone?
“È fantastico, non importa se sono in giro a far shopping dove vivo o se sto camminando coi bambini, incontro sempre i tifosi della Roma. Significa molto per loro. Non c’è niente che mi disturba, sono molto contento ogni volta che incontro qualcuno che arriva e mi saluta e mi augura buona fortuna”.

È allo stesso tempo una città che mette una grande pressione, i giornali scrivono tutti i giorni. E tu hai sostituito un grande portiere come Alisson. Sentivi questa pressione all’inizio, quando la squadra faticava?
“Quando sono arrivato l’ho sentito subito, sapevo che i giornali avrebbero scritto che avevano dubbi su di me, magari neanche sapevano chi fossi. Mi avevano visto solo in un paio di partite contro l’Italia nei playoff per i mondiali. Arrivare e sostituire Alisson, che è un portiere fantastico ed è andato via per una cifra record, è chiaro che su di me ci fosse pressione. Ma allo stesso tempo, sapevo che non importava chi fosse stato lì prima di me, ci sarebbe stata comunque pressione venendo a Roma. E la maggiore pressione arriva da me stesso, è sempre stato così. Non mi interessa molto di quel che le persone scrivono e pensano, la cosa più importante per me è ciò che faccio in allenamento e dimostrare ai miei compagni, all’allenatore e alla dirigenza che sono sufficientemente bravo”.

Come ti sei sentito nel tuo primo derby?
“Me lo sono goduto, posso dirlo onestamente. Non vedevo l’ora di giocare questa partita. Sapevo quanto fosse importante e quanto significhi per l’intera città, e anche quanto conti vincerlo a Roma. Chiaramente, c’è pressione, era a inizio stagione ed era importante vincere. Ma adoro giocare queste partite, ci sono molte persone sulle tribune e un clima caldo. Colpisce un po’ nel derby, come dovrebbe, ma adoro giocare queste partite”.

Come ti sei sentito dopo?
“È stato ancora meglio vincere e festeggiare con i tifosi”.

Il preparatore dei portieri Savorani dice che lavori con impegno stai migliorando. Com’è lavorare con lui?
“È tosto, tosto. Ma lo sapevo. Lui è tosto ma è necessario per migliorare. Penso sia buono che spinga così tanto. Sono allenamenti duri ma sappiamo ciò che facciamo. Non è troppo difficile e mi ha permesso di migliorarmi in Serie A e in Champions League”.

Quali sono le più grandi differenze col campionato danese?
“È molto più veloce e ci sono giocatori migliori. Con tutto il rispetto per il mio vecchio club, gioco anche con giocatori migliori. C’è una differenza in tutto”.

Sarà molto importante per la nazionale il tuo sviluppo qui.
“Sì, si spera. Provo a portare con me le cose che imparo per utilizzarle in nazionale. Se guardi a come costruiamo il gioco in nazionale, c’è un piccolo mix di cosa ho imparato qui, penso ci possa avvantaggiare molto”.

È difficile per un portiere quando non controlla la difesa? Hai imparato abbastanza l’italiano per controllare la linea’
“Sì, non è un problema la comunicazione. Su, giù, destra, sinistra, ho imparato queste cose molto velocemente. Tutti in difesa parlano e capiscono l’inglese ma provo a migliorare, voglio imparare la lingua il più presto possibile. Parlo in italiano al meglio che posso”.

Il cibo, una cosa bella di vivere in Italia.
“Non ci si può lamentare, il cibo è fantastico, ovunque. Abbiamo trovato alcuni ristoranti vicino a dove viviamo dove andiamo spesso”.

Come vi sentite a Roma tu e la tua famiglia?
“Siamo stati 4-5 settimane in hotel, è stata un po’ dura con due bimbi piccoli ma sapevamo fosse importante trovare la giusta sistemazione e non prendere la prima che capitava. Così ci siamo presi del tempo e abbiamo trovato una bellissima casa dove vive tutta la famiglia”.

Hai incontrato qualche vecchio giocatore della Roma?
“Sì, li incontro alcune volte al giorno, è bello. Sono grandi giocatori con fantastiche carriere ed è un onore giocare nel loro club”.

Un tifoso ha detto che i giocatori della Roma vanno via troppo velocemente: a te piacerebbe rimanere?
“Mi sento a casa, mi piace stare qui”.

Sei così calmo come sembri?
“Mi piacerebbe dirlo. Da portiere, sei esposto a molta pressione. Ci ho lavorato da sempre, per stare calmo in ogni situazione. È chiaro che posso cedere e arrabbiami, ma quando c’è molta pressione mantengo la calma. In parte per fare il meglio possibile, ma anche per mostrare ai giocatori e a chiunque altro che sono calme”.

Lavori bene con Di Francesco?
“Molto bene, molto bene, mi piace”.

E Trigoria?
“C’è una grande differenza con i club con cui sono stato prima. Abbiamo un fantastico centro di allenamento, abbiamo tutto quello che ci serve per migliorare. Mi aiuta a diventare un portiere migliore”.

Ti senti bene a Roma?
“Molto bene”.