Marquinho: "Sono entusiasta di essere stato riscattato dalla Roma"
Marquinho ha rilasciato un'intervista a Roma Channel: "Il riscatto? Sin qui mi sono subito integrato, sarà importante continuare su questa strada per fare ancora meglio. Zeman? Sto iniziando a conoscerlo, so che le sue squadre corrono e attaccano, spero che vada tutto bene e che la squadra possa lottare per vincere titoli importanti".
Dopo essere stato riscatatto, Marquinho è a tutti gli effetti un giocatore della Roma. Il centrocampista brasiliano ha rilasciato a globoesporte.com una lunga intervista sul suo prossimo futuro:
Come ti senti ora che sei a titolo definitivo della Roma?
“Sono stato cinque mesi in Italia, giocando per tre o quattro e ne è valsa la pena. Ho voluto scommettere su questo nuovo viaggio. Era un sogno di vedere posti nuovi, giocare, lavorare. Per la mia vita era molto buono e per la mia carriera eccellente. Sono felice di essere stato confermato”.
Il ritardo nel trattare solo in questi ultimi giorni ti ha dato fastidio?
“Ho cercato di leggere i giornali il meno possibile per non avere ansia. Aspettavo solo una chiamata dal mio procuratore e di apprendere la notizia. Speravo che fosse più veloce, anche perché così mi era stato detto.Comunque l'importante è che tutto sia andato bene e spero di scrivere una bella storia a Roma”.
Nella tua ultima intervista in Brasile, hai detto che l'obiettivo era di essere riscattato dalla Roma. Qual è il tuo prossimo obiettivo?
“Poteva arrivare prima ma è stato bello, anche con l'ansia degli ultimi giorni. Il mio sogno più grande ora è di giocare nella Selecao. Non che in Europa sarà più facile, ma almeno penso di potermi mostrare al mondo. La gente sa già chi sono e come gioco. Questa visibilità fuori dal Brasile è molto importante. L'obiettivo finale è quello di essere richiamato e devono vedere quanto brillo”.
Come è stata la prima parte dell'esperienza in Europa?
“In un primo momento è stato difficile. Ho pensato che sarebbe stato differente anche il contatto con le persone. Gli europei sono più freddi. Ma una volta che li ho conosciuti, sono caldi come i brasiliani. In un mese mi sono già sentito a casa. Fino a quando ho potuto comunicare meglio in italiano anche senza prendere lezioni”.
Qual è stata la cosa più difficile?
“La difficoltà maggiore è stata proprio la lingua. Nella mia squadra ci sono giocatori di tre o quattro paesi diversi. Dovevo essere sempre dalla parte dei brasiliani che parlavano per me per sapere quello che stava succedendo. Dopo due mesi mi sono adattato meglio. La cosa migliore è che non ho avuto nessun problema di adattamento allo stile di gioco italiano”.
Ti ha sorpreso il tuo rapido ambientamento nella squadra?
“Un po' mi ha sorpreso giocare titolare già nella seconda partita, ma non tanto perché avevo parlato a lungo con alcuni dei giocatori della Fluminense che hanno avuto esperienze al di fuori del Brasile, come Deco, Rafael Sobis o Thiago Neves, i quali mi dicevano che dovevo adattarmi. Ogni volta ho cercato il mio spazio. Non ero lì per vacanza, ma per essere acquistato dalla Roma. E un allenatore come Luis Enrique mi ha sempre dato tutta l'assistenza“.
Luis Enrique, l'ex allenatore della Roma, era spagnolo. Ciò ha contribuito in comunicazione?
“Molto. Quando parlava italiano lentamente lo capivo oppure quando parlava spagnolo. Ho amato vivere con Luis Enrique. E' stato un grande giocatore e sta ora iniziando la sua carriera di allenatore. Credo che farà comunque bene e lavorerà in grandi club”.
Il prossimo tecnico sarà il ceco Zdenek Zeman, ex Pescara. Cosa ti aspetti da lui?
“So che è già stato allenatore della Roma, alcuni anni fa (tra il 1997 e il 1999, ndr). Mi è stato detto anche che ci si allena molto duramente con lui e predilige il lato fisico. E’ un vincente. Basta vedere con il Pescara di Serie B. Penso che ce la caveremo. Ha elogiato anche me senza conoscermi. Mi auguro che il nostro rapporto funzioni”.
La Roma non vince il campionato italiano dalla stagione 2000/01 e non è riuscita a qualificarsi per la prossima Champions League. E’ una sfida cercare di riportare la squadra sulla via della vittoria?
“Ora c'è una mentalità diversa, vogliono un gruppo di giovani. Vogliono solo cambiare un po’ per vedere se la squadra torna a vincere il titolo. Spero di poter partecipare a questa storia”.
Cosa si prova a vivere con un idolo come Totti? Che cosa hai da imparare?
“E’ stato molto bello, soprattutto per la mia carriera. Totti è un giocatore che ha un nome conosciuto in Italia, a Roma, dove ha fatto tutta la sua carriera. Lo dimostra tutti i giorni perché indossa la maglia numero 10 e ha tutto questo. Non è quello che pensavo, ma da quello che tutti dicono, pensavo fosse un tipo un po' più nervoso, più chiuso. In realtà è un bravo ragazzo, parla, gioca, tratta tutti bene. Proprio come dovrebbe essere un idolo”.
Già conosci bene la città?
“In cinque mesi non ho potuto conoscere tutto. E' una città meravigliosa. Molto buoni i ristoranti. La gente vuole sempre mangiare di più. E’ quasi una legge nei ristoranti (ride). Ha molte attrazioni turistiche. Si tratta di una città con un'architettura storica. Ho portato tutta la mia famiglia al Colosseo, per esempio. In effetti, ho dovuto andare in alcuni posti più volte, ogni volta che un parente è venuto a farmi visita... A Rio è caldo tutto l'anno, qui c'era la neve quando sono arrivato. In primavera ha cominciato a scaldarsi. Roma ha tutto di Rio, ha la spiaggia ed è una città calda. Penso che sia cool”.
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