Emerson Palmieri: "Il nostro è un gruppo molto unito. Nasco terzino ma ho già giocato a centrocampo"
Il difensore brasiliano Emerson Palmieri, che ha fatto il suo esordio in giallorosso durante l'ultima sfida di campionato contro il Palermo, sua ex squadra, ha rilasciato un'intervista a RomaTV. Queste le sue parole:
Emerson, sei qui da più di un mese ormai: cosa ti sta colpendo di più di questa esperienza?
“Ho imparato dalla vita che bisogna amare quello che si fa, che è questo il segreto della felicità. Io amo quello che faccio e sono felice di essere alla Roma. Sono qui da poco ma già sento di amare questa maglia, questo club e tutti quelli che mi hanno accolto e trattato così bene dal momento del mio arrivo. Ora sono tranquillo e concentrato soltanto sul calcio e sulla Roma. Non mi era poi mai capitato di scoprire una tifoseria così appassionata come quella dell’Olimpico, che prova un amore così forte per questa maglia”.
Hai detto di amare il calcio e questo club: quale è il tuo sogno come giocatore?
"Il mio sogno? Sono arrivato qui per rimanere. Non penso a null’altro. Sono venuto qui per restarci e per fare la mia vita nella Roma. Per questo, darò tutto in ogni partita e allenamento, perché è davvero incredibile quello che sto vivendo".
Da quando sei qui ti sei più volte definito un guerriero: la personalità è una delle tue principali qualità?
"E’ vero. Amo questo lavoro e quando entro in campo metto il cuore sulla punta dello scarpino, e non mollo mai, indipendentemente dal risultato e dalla partita. Giocare al calcio è la mia vita. Sarò sempre un guerriero e lotterò sempre su ogni palla e per ogni centimetro di campo, sempre con la voglia di vincere. Sono sempre stato così fin da bambino e continuerò a esserlo, perché questa è la mia vita e su questo non concedo nulla: sarò sempre così".
Cosa significa per te allenarti vicino a tanti grandi campioni qui a Trigoria?
"Significa molto per me. A essere sinceri, non mi sarei mai immaginato di giocare un giorno al fianco di campioni del calibro di Totti, De Rossi, Dzeko e tutti gli altri. Ho già giocato insieme a grandi calciatori al Santos ma essendo cresciuto in quel club forse non avevo la percezione di cosa significasse giocare con quei calciatori. Da quando sono arrivato qui è stato tutto fantastico: sono molto felice per questo momento".
Qui a Trigoria hai incontrato Garcia: quanto stai crescendo con lui?
"Sto crescendo molto. E’ un allenatore molto intelligente. Ogni volta che si presenta l’occasione parla con me, mi dà consigli, mi trasmette come vuole che giochi. Sto davvero maturando molto e già avverto la differenza col recente passato: sento che sto progredendo. Sono felice e onorato di essere un giocatore di un mister come Rudi Garcia".
Mister a parte, per vincere è fondamentale un gruppo unito: come è quello della Roma?
"Due giorni dopo il mio arrivo avevo la sensazione di essere qui già da tempo. Il nostro è un gruppo molto unito, e questo è importante se vogliamo vincere il campionato. Per vincere è infatti fondamentale perseguire tutti insieme lo stesso obiettivo. Siamo sulla strada giusta e il nostro traguardo è vincere tutte le competizioni alle quali partecipiamo".
Dopo aver visto le prima partite, quali sono gli avversari più temibili per la Roma?
"E’ difficile dire quale sia la squadra più forte in Serie A. Il campionato in italiano è molto equilibrato, forse il più equilibrato di tutti e il più difficile da vincere, in quanto ci sono 5-6 squadre in lotta per la vittoria finale. Noi siamo certamente forti ma dobbiamo dimostrarlo sul campo con i fatti e non a parole. Sappiamo tutti che il calcio è fatto di risultati. Dobbiamo dimostrare ogni giorno di poter risultare i più forti a fine stagione".
Torniamo al tuo debutto di domenica a Palermo: passata l'emozione a qualche giorno di distanza?
"Dopo la partita ero molto felice. L’indomani non avevo ancora realizzato di avere indossato davvero la maglia della Roma. Non avevo ancora smaltito quell’emozione. Una sensazione e una gioia molto forti, sia per me che per la mia famiglia. Adesso non resta che continuare a lavorare duro per avere altre occasioni".
Ci racconti come è andata domenica a Palermo quando Garcia ti ha chiamato per entrare in campo?
“Mi ricordo tutto molto bene. E’ stato nel corso del primo tempo, dopo che abbiamo segnato il terzo gol. Il mister mi ha parlato, dicendomi di essere pronto perché c’era la possibilità che entrassi. Ero già molto concentrato sulla partita ma è normale che dopo quelle parole sia subentrata un po’ di ansia. Si inizia a immaginare quello che si può fare in campo e una volta sul terreno di gioco ho provato una sensazione unica, difficile anche soltanto da spiegare a parole”.
Eravamo convinti che fossi un terzino, ma al debutto hai giocato alto. Puoi quindi giocare in più posizioni?
"Sì, ho già giocato in quel ruolo. Ho le mie qualità, conosco il mio potenziale. Nasco terzino sinistro ma ho già giocato sia in attacco che a centrocampo. Non è un problema per me. Sono arrivato qui per aiutare la Roma. Se l’allenatore vede in me delle caratteristiche tali da ricoprire altri ruoli, sono a disposizione: voglio soltanto aiutare la Roma e i miei compagni".