De Rossi: "Il mix tra giovani e vecchia guardia è ottimale. Ci vuole tempo per comprendere Luis Enrique, ma la società deve dargli fiducia"

01.10.2011 20:38 di Gabriele Chiocchio   vedi letture
De Rossi: "Il mix tra giovani e vecchia guardia è ottimale. Ci vuole tempo per comprendere Luis Enrique, ma la società deve dargli fiducia"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

De Rossi a Sky Sport

“E’ questo il calcio che vogliamo? Perché no, se il risultato è sempre questo e ci portiamo la concretezza in campo ci si diverte e si può anche vincere. Tempi velocizzati? Sì, eravamo molto leziosi, precisi ma poi di occasioni ne creavamo poche e in modo casuale. Credo che questo l’abbia capito il mister, ora facciamo un gioco un po’ più verticale ma non l’abbiamo stravolto. Il gol serviva a Bojan? Tutti quanti abbiamo da dimostrare, è arrivato dalla  squadra più forte del mondo, sotto la stella del primo acquisto. Ci si aspetta moltissimo e sono sicuro che può fare grandi cose, ha trovato le difficoltà che hanno trovato tutti nelle prime partite. Osvaldo? C’è sempre un po’ troppa attenzione sul prezzo dei giocatori, credo che basterebbe aspettare i risultati per criticare o elogiare Osvaldo. Non è normale che i conti li facciano le persone esterne alla società. Luis Enrique dà una chance a tutti? Credo che questa sia la vittoria più grande, valorizzare tutti quanti. O si parla di puntare troppo sui giovani, o del fatto che con troppi vecchi non vinci nulla. Il mix è la cosa ottimale, l’importante è farsi trovare pronti anche giocando ogni 4-5 partite, basti pensare a quelli che hanno giocato di meno come Okaka e Cassetti, che sarebbero titolari da altre parti. Posizione più avanzata? Un po’ interpretazione mia, ma la maggior parte sono cose che mi ha detto il mister, che mi ha detto che stavo troppo dietro e che vuole che venga avanti per sfruttare qualche occasioni in più. Comincia un nuovo campionato? Credo che tra comprenderlo e riuscire a mettere tutto in pratica ce ne passi, credo però che abbiamo una ben precisa identità tattica. L’avevamo capito subito, ma non eravamo riusciti a mettere in pratica. Ho un rapporto schietto con chiunque, non solo con Luis Enrique, è il mio modo di essere e mi trovo meglio con le persone simili a me e lui lo è. Inter-Napoli e Juve-Milan? Non è facile fare i tifosi e i gufi ed è presto, bisogna capire chi saranno le nostre concorrenti e il nostro obiettivo. Se pareggiano tutte e due è un po’ meglio, funziona così (ride, ndr)”.

De Rossi a Roma Channel

“Quest’anno è iniziata bene dal punto di vista personale, inizialmente non raccoglievamo i frutti ma stiamo mettendo le basi per un ottimo gioco. Quest’anno i problemi li hanno tirati fuori tranne i tifosi, ho sentito solo applausi. La pazienza c’è, c’è un percorso non istantaneo a lungo termine. La società deve dare tempo e fiducia a Luis Enrique. Cambiare una cultura non è semplice, ma serve istruire la gente ad aspettare e, d’altra parte a non esaltarsi, serve un po’ di calma e di equilibrio. Luciano Spalletti? E’ una persona molto cara e mi tocca nel personale, per me è un allenatore speciale e Luis Enrique è quello che lo ricorda di più. E’ giovane, non ha paura a nessuno di dire ciò che pensa. A me ha detto ieri che se non mi allenavo non avrei giocare e non gli interessa se sono de Rossi, Totti o Pjanic... In questo ruolo mi sono trovato subito bene, anche se ho giocato in ruoli un po’ diversi. Lo faccio in Nazionale in un ruolo simile ma diverso, anche con altri allenatori”.

De Rossi in mixed zone

“Non ho mai fatto il ritiro, l’altro anno non è andata bene e non possiamo nasconderlo. Il ritiro mi ha aiutato a livello tattico anche per l’arrivo del nuovo tecnico. In due gare cambia tutto”.