CONI - Di Francesco ritira il Premio Bearzot: "Allenare la Roma è motivo di orgoglio. Alisson resterà. Rinnovo? È l’ultimo dei problemi". Baldissoni: "È scontato volere andare aventi insieme". FOTO!
Al Salone d'onore del CONI, il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco riceverà il Premio Bearzot (organizzato dall'Us Acli in collaborazione con la Figc), succedendo, in tal modo, a Maurizio Sarri, vincitore del riconoscimento nella scorsa annata. Vocegiallorossa.it vi fornirà tutti i contributi del caso.
13:44 - Al termine dell'evento l'allenatore ha scambiato qualche battuta con i cronisti presenti: "Nainggolan? Dispiace per lui. Non dico che era nell'aria però visto che non era sempre convocato ultimamente si poteva capire. Credo che il sistema che adotta il Belgio non lo aiuta per le sue caratteristiche, per me è un giocatore importante, se l'allenatore ha ritenuto questo...mi dispiace solo per Radja. Mercato? Valuteremo con la società, non troverete spiragli sui nomi da parte mia. I ruoli? Possiamo toccare tutti i reparti, dalla difesa al centrocampo e all'attacco. Per migliorare questa rosa dobbiamo toccare tutti i reparti".
13:15 - Dopo aver ricevuto il premio, Di Francesco dona l'assegno ricevuto all'ospedale Bambino Gesù di Palidoro: "Ho scelto il Bambin Gesù di Palidoro per devolvere l’assegno. Al di là che ci sono stati pochi giorni fa, ed è stata una bellissima esperienza. È un vero piacere aiutare il Bambin Gesù che rappresenta un fiore all’occhiello della nostra città. Ringrazio un po’ tutti senza citare nessuno in particolare perché non mi piace indicare. Dico solo che nel calcio esiste la squadra e non il singolo“.
12:55 - Continua l'allenatore giallorosso: "Più complimenti a Allegri o Sarri? Allegri ha fatto qualcosa di straordinario, non è mai facile vincere continuamente. Io mi avvicino un pochino più a Sarri nel mettere la squadra al campo e ad Allegri nella gestione del gruppo. Sono due allenatori differenti ma allo stesso modo importanti. In Italia ci sono ottimi allenatori, ognuno cerca di esprimere un pensiero di calcio. In Italia ci sono tantissimi tifosi-allenatori che scelgono il loro beniamino ma ogni tecnico deve avere il proprio pensiero. Per chi avrei votato? Sicuramente Inzaghi, anche se la sua squadra è la prima avversaria della Roma. Penso sia stato bravissimo nella gestione del gruppo. Credo che abbia fatto un grandissimo lavoro e lo metto insieme a Gasperini che è stato eccezionale con l’Atalanta. Si avvicina alla nostra mentalità aggressiva, mi piace andare a fare la partita. Se l’ambiente romano è diverso rispetto a quando ero giocatore? Manca mentalità o tecnica? Il gap è sicuramente un po’ per tutte e due le cose. La mentalità si costruisce con la continuità. Essere inchiodati ad un pensiero è fondamentale. Abbiamo ricreato un senso di appartenenza con i tifosi. Per quello invito sempre i miei ragazzi a condividere con la gente anche una fotografia perché devono essere solo felici di farla. Come si fa ad essere un bravo educatore con i grandi campioni? Mi ricollego al premio Bearzot e tenevo a dire che sono molto orgoglioso di riceverlo. Bearzot mi trasmetteva entusiasmo e serietà ed è tutt’ora per me di grande insegnamento. Alla base c’è la famiglia e ci sono valori importanti che cerchi di trasmettere allo spogliatoio. Qual è la chiave di volta per essere testimoni di coraggio, caparbietà e tenacia, valori per i quali è stato premiato? La mentalità la dobbiamo infondere ai ragazzi, anche quando sbagliano. Devono avere la forza di saper sbagliare. Quando si fanno vedere le partite ai ragazzini io sto due minuti e me ne vado. Quando si dice di buttare la palla non è coraggio ma paura, io dico sempre ai ragazzi di osare. La caparbietà, il desiderio di migliorarsi giorno dopo giorno, è fondamentale. Quando prendi un impegno lo devi fare al massimo. Dobbiamo dare ai ragazzi il valore dello sport. La tenacia è quella di non mollare mai, anche attraverso il sostegno dei propri compagni. Se Alisson resta? Eh sì. Se adesso che sono diventato allenatore sono diventato un po’ matto? Ogni tanto bisogna diventarci, per spostare gli equilibri. Quando ci si guarda sempre intorno si capisce dove si deve andare. Mio papà mi diceva sempre di andare a giocare fuori e anche quando ho smesso mi ha sempre detto di prendere il patentino da allenatore. Mancini? Sicuramente è lui a dover dare consigli a me per l’esperienza che ha. Credo che sia la scelta giusta e credo che la scelta sia stata di cuore che è la cosa più importante. Il consiglio lo do alla gente: basta guardare indietro, bisogna guardare avanti".
12:49 - Eusebio Di Francesco riceve il Premio Bearzot: "Un voto alla Roma in campionato e in Europa? In Europa straordinario anche se volevamo arrivare in finale. Quella mezz’ora di Liverpool ci ha tolto la soddisfazione di arrivare in finale. Abbiamo cercato di dare il nostro meglio e abbiamo creato un entusiasmo che ancora mi vengono i brividi a rivedere le immagini. Avrei voluto prendere questo premio prima di andare a Kiev. Nel campionato abbiamo avuto momenti di difficoltà, ma è un percorso di crescita. Se c’è stato un po’ di scetticismo all’inizio? Sì l’ho avvertito è normale ma fa parte del gioco. Bisogna cercare di trasferire in una squadra il tuo pensiero che non è solo di calcio ma anche di uomo. In Italia ci sono tanti bravi allenatori, la nostra forza deve essere quella di mantenere in un gruppo una mentalità e una serietà che alla lunga ci porta ad avere risultati importanti. Non si è vinto niente alla fine ma vincere non è solo portare a casa dei trofei ma cambiare anche mentalità. Sul rinnovo? È l’ultimo dei problemi per quanto mi riguarda ma credo che troveremo con grande facilità l’accordo. Con il direttore neanche ne abbiamo parlato, quello che dobbiamo fare è migliorarci per il bene della Roma. Per il contratto vedremo più avanti. Che significa allenare la Roma? Sicuramente è un motivo di grande orgoglio, era il mio desiderio principale, ora devo essere bravo a tenermi il posto".
Prende la parola Baldissoni: "Con Eusebio parliamo di cose molto più importanti del suo contratto, parliamo di cosa serve per continuare a crescere e visto che ne parliamo insieme è scontato che vogliamo continuare insieme. Il percorso iniziato è evidente, puntiamo ad un calcio globale saper quanto riguarda i calciatori sia per i partner. Noi speriamo di riuscirci sempre meglio e siamo convinti di continuare con Eusebio. In certi contesti bisogna presentarsi sapendo di essere protagonisti”.
12:45 - Ora è il turno di Damiano Lembo, presidente dell’Us Acli: “Abbiamo costruito e inaugurato con Di Francesco un campo in Kosovo. Dopo 18 anni si può dire sia un volontario dell’Us Acli, è un piacere che sia lui a chiudere il cerchio”.
12:42 - Sal sul palco Renzo Ulivieri, presidente dell'AIAC: “Di Francesco, al di là delle scelte tecniche, si è trovato nella condizione di dover fare delle scelte di gestione. Eusebio ha tutta una storia dietro e credo che la scelta sia finita sull’uomo giusto quest’anno“.
13:37 - Parla il commissario straordinario della FIGC Fabbricini: “È stato un bellissimo compito scegliere quello che è arrivato dalle motivazioni popolari. I sei candidati erano tutti degni, la riduzione a tre nomi ha creato un piacevole imbarazzo. Mancini stava allenando a San Pietroburgo, ci piaceva dare riconoscimento ad un tecnico che stava lavorando in Italia. Inzaghi e Di Francesco erano entrambi meritevoli: Inzaghi ha fatto giocare alla Lazio un bel calcio, facendo divertire. Il tecnico giallorosso arrivava da una panchina di provincia su una panchina complessa, dimostrando di saper lavorare bene. Ha fatto un grande percorso in Europa, fermandosi in semifinale, dimostrando qualità tecniche. Ha avuto una stagione con alti e bassi, con un periodo di stasi, ma la Roma ha fatto vedere un bel calcio e ha fatto divertire. Di Francesco è più navigato su panchine importanti. C’è stata grande convergenza, non unanimità.
12:33 - Sullo schermo scorrono le immagini di tutti i tecnici che si sono aggiudicati in passato il premio.
12:30 - Prende la parola l'ex presidente della FIGC Abete: "Il livello di eccellenza dei tecnici italiani non devo scoprirlo io. Questo premio è nato otto anni fa, ha consolidato una centralità del ruolo dell’allenatore anche nel contesto di un’attività formativa non solo tecnica ma a 360 gradi. Il nostro problema non è della qualità degli allenatori”.
12:20 - Alla cerimonia sono presenti anche Nicchi, Fabbricini, Malagò e Abete. Al momento si sta procedendo alla consegna degli altri premi in palio. Tra poco verrà il turno del mister giallorosso.
12:00 - Arrivati Di Francesco e Baldissoni