Collovati: "I vari Totti, Del Piero non devono restare in società per diritto divino"

04.09.2018 19:23 di  Andrea Cioccio   vedi letture
Collovati: "I vari Totti, Del Piero non devono restare in società per diritto divino"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Il difensore ex Roma, Inter, Milan, Udinese e Genoa Fulvio Collovati, ha rilasciato un'intervista a SoccerMagazine.it, toccando vari temi, tra questi anche il mondo giallorosso. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Milan-Roma è stata una partita particolare anche perché la prima con i due capitani storici in dirigenza: da una parte Maldini che ha detto subito la sua dopo l’insediamento nella società, dall’altra Totti che si sente poco spesso. Le dispiace vederlo meno presente sulla scena?
"Quando i grandi campioni smettono di giocare c’è sempre un velo di tristezza, però fa parte della vita, non ti devi stupire. Ecco, l’unica cosa che dico è che giocatori così in Italia ce ne sono sempre meno. È la fine dei numeri 10, vogliamo dirlo? Di conseguenza mi fa tristezza per quel motivo, perché è un ruolo in via d’estinzione".

Negli ultimi anni molti riferimenti del calcio italiano hanno conosciuto ritiri e addii indesiderati per diversi motivi, tra Di Natale, Del Piero, Totti. Secondo Lei le società devono usare più tatto o comunque devono mettere in primo piano le proprie finalità?
"Io non sono tra quelli che dicono che se uno smette di giocare, debba avere un posto in società per diritto divino. Sono molto aziendalista in quello. Ormai il calcio è diventato un rapporto di professionalità, di lavoro, firmi dei contratti. Adesso i Bergomi, i Baresi ci sono sempre meno, dopo anni te ne vai in un’altra società. Dove sta scritto che uno debba rimanere in società, anche se un Del Piero c’è stato 20 anni? Con Buffon allora cosa dobbiamo dire? Buffon è andato via perché voleva giocare. Il posto in società te lo devi meritare con intelligenza, non perché sei stato un grande campione, ma perché devi avere dei valori che vanno oltre il calcio".

Nella Nazionale dell’ultimo decennio sono mancati proprio i Totti, i Baggio e i Del Piero. Secondo Lei oggi l’azzurro rappresenta ancora un calcio di livello internazionale o solo e semplicemente il meglio che è disponibile in Italia?
"Il meglio che è disponibile in Italia. Nelle ultime convocazioni di Mancini ci sono giocatori come Zaniolo che francamente non conosco, sono sconosciuti. Una volta per raggiungere la Nazionale dovevi fare la Juniores, l’Under 21: la sperimentavi e poi arrivavi in Nazionale, c’era un percorso. Capisco Mancini perché non ci sono allenatori che fanno giocare i giocatori italiani, ma adesso è troppo facile raggiungere la maglia della Nazionale. Una volta c’era più competitività".