Capello: "Nessuno capì il pericolo dell'invasione di campo in Roma-Parma. Anche qualcuno in panchina non aveva capito nulla"

Capello: "Nessuno capì il pericolo dell'invasione di campo in Roma-Parma. Anche qualcuno in panchina non aveva capito nulla"Vocegiallorossa.it
© foto di Federico De Luca
giovedì 6 febbraio 2025, 16:46Interviste
di Gabriele Chiocchio

Intervistato nel corso di Storie di Serie A, Fabio Capello ha parlato dello scudetto vinto con la Roma nella stagione 2000-2001: "È stato difficoltoso, perché le altre squadre erano molto competitive fino alla fine. Difficoltoso anche per l’ambiente, visto l’entusiasmo che c’è alla Roma quando si vince, mentre quando le cose vanno male sembra diventare un dramma. Il problema sono le radio vocali, che parlano di calcio tutto il giorno, su tutti i taxi, in tutte le case. Tant’è che nella mia prima conferenza stampa a Roma dissi che con le radio dentro il raccordo anulare non avrei fatto interviste, non avrei parlato. E mi trovai tutte a favore. Però facemmo molto bene. Riuscimmo a ottenere un buon campionato il primo anno, poi nel secondo prendemmo Batistuta, perché capimmo che ci serviva un attaccante di peso, capace, e vincemmo il campionato meritatamente. Tuttavia, il pericolo maggiore di quel campionato fu l’ultima partita, perché a dieci minuti dalla fine ci fu l’invasione del campo, mentre stavamo vincendo 3-1 contro il Parma.

Nessuno capiva il pericolo di quell’invasione, fatta per festeggiare. Se un tifoso avesse dato uno spintone o un pugno a un giocatore del Parma, avremmo perso la partita e quindi tutto il lavoro fatto. Infatti, credo che nella mia vita non sono mai stato così arrabbiato con i tifosi che non capivano il pericolo. Non lo capivano. Ma non solo i tifosi, anche qualcuno che era con me in panchina non aveva capito niente. Io ero l’unico in mezzo al campo che urlava come un pazzo con degli improperi che non si possono ripetere. È andata bene, ma che fatica!”.