SPECIALE VG - Zibi Boniek: "Roma, sei sulla buona strada". Scarchilli: "Luìs ha voglia di imporsi". Rizzitelli: "La difesa deve imparare a impostare"

05.10.2011 14:00 di Alessio Milone   vedi letture
SPECIALE VG - Zibi Boniek: "Roma, sei sulla buona strada". Scarchilli: "Luìs ha voglia di imporsi". Rizzitelli: "La difesa deve imparare a impostare"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Dopo un inizio di stagione sottotono, la Roma sembra finalmente carburare. La cura Luis Enrique, dunque, funziona? Vocegiallorossa.it lo ha chiesto ad alcuni ex calciatori che hanno vestito, nel corso della loro carriera, la maglia romanista.

ZIBI BONIEK

"Non sono mai stato né scettico né superottimista, la squadra sta facendo progressi, è una cosa ovvia e naturale, si è trovato il giusto equilibrio. Quando c'è un nuovo progetto, e un nuovo allenatore, c'è bisogno di tempi necessari per capirsi meglio e per cominciare a lavorare. Le vittorie contro Atalanta e Parma? Guardando il livello della Roma risultavano scontate: la Roma ha ambizioni, ora non gioca ancora magari alla grandissima, ma dopo Parma e Atalanta ci sono stati progressi, e ci auguriamo che si prosegua su questo binario. Ora la squadra si è amalgamata - ha aggiunto Boniek - nelle prima partite era molto difficile guardare questo "tique taque" senza andare mai in zona gol. Adesso, invece, il gioco si è diversificato, e ci sono anche più verticalizzazioni".

Su Totti: "Per adesso è un giocatore di straordinaria importanza per la squadra, però Francesco non è eterno purtroppo, e questa Roma dovrà presto saper fare a meno di lui. L'attacco sta andando bene, Osvaldo sta segnando, e Francesco sta giocando benissimo come suo solito. C'è però qualche cambiamento rispetto agli altri anni:  Luis Enrique vuole che la squadra giochi in modo che se mancano uno o due giocatori non sia un problema. Francesco è fondamentale in questa squadra - ha ribadito - ma penso che questa squadra sia preparata a far fronte a qualsiasi necessità".

Punto debole: "La Roma è ancora un cantiere aperto. In difesa qualche c'è ancora qualche punto interrogativo, da aggiustare il prima possibile. Juan? E' un giocatore tranquillo, pacato, ma in campo sa cosa deve fare: è molto forte e questo lo sappiamo tutti. Luis però fa le sue scelte: vede la squadra allenarsi quotidianamente a Trigoria, ha occhio, e saprà fare le scelte migliori".

ALESSIO SCARCHILLI

"Per quanto mi riguarda c'è stato sin dall'inizio ottimismo, sono innamorato di questo tipo di calcio da tanti anni ed ero convinto che Luis Enrique e il suo staff facessero bene. E' chiaro che quando si cambia tanto c'è bisogno di pazienza, cosa di cui a Roma - e in Italia in generale - non siamo sempre muniti. Si sono fatte scelte importanti: bene Bojan, che si è sbloccato, e benissimo Pjanic: le loro belle prestazioni sono conferme di acquisti importanti, e questa squadra inizia ad avere a tratti un tipo di gioco importante. Io vedo lavorare con impegno Luis Enrique, e sono contentissimo perché noto che ha voglia di imporsi. E' chiaro comunque che ci sono ancora diverse cose da migliorare sotto tanti aspetti, e per questo motivo che c'è bisogno di aspettare e aspettare che tutto si sistemi alla perfezione".

Su Totti: "Francesco è un grandissimo campione, ma in questa Roma noto che tutti sono utili ma nessuno indispensabile. La qualità di Totti è indiscussa, ma una grande squadra deve saper comunque riuscire a rimediare alle situazioni in cui uno o più elementi di spessore non riescano a giocare".

Punto debole: "Forse in retroguardia c'è qualcosa da sistemare, anche se nel calcio di oggi non esiste più il singolo reparto ma tutto è conseguenza del collettivo. Gli attaccanti sono i primi difensori, la Roma è una squadra che deve iniziare la manovra dai difensori: questo vuole Luis Enrique. E questo è un compito non semplicissimo: Burdisso, per esempio, è un marcatore, quindi è più bravo sulla fase difensiva. Anche se è possibile lavorare e migliorarsi anche sotto questo aspetto".

RUGGIERO RIZZITELLI

"Parecchi erano scettici a inizio stagione: la Roma ha stentato parecchio, giocava in maniera lenta, impacciata. e cercava di fare il compitino piuttosto puntare a incidere, puntando magari sulla fantasia e la libertà dei singoli. Il forte possesso richiesto da Luis Enrique non pagava, e il gioco latitava. Ora sembra che la cosa sia diversa, dopo Parma qualcosa è cambiato e ci sono più verticalizzazioni, più giocate singole, con gli attaccanti che si accentrano. Roma prima era alquanto scolastica, senza sovrapposizioni; ora è tutta un'altra musica".

Su Totti: "Non è eterno, purtroppo... ma è indispensabile, e questo Luis Enrique lo ha capito". E' ancora a disposizione, corre come un ragazzino, corre anche per gli altri, e questo la dice lunga sulla sua immensa qualità".

Punto debole: "La retroguardia deve migiorare di più nel possesso. Il mister vuole la palla giocata dalla difesa, ma i difensori giallorossi, a questo, non sono abituati: anzi, molte volte hanno dato addirittura le spalle al portiere per non farsela passare. Kjaer a Parma, per esempio, ha dimostrato una difficoltà estrema. L'unico a farsi vedere era De Rossi, che ha impostato egregiamente: i difensori, ripeto, non abituati. E questa cosa va cambiata, perché per Luìs è fondamentale non buttare mai il pallone".