ESCLUSIVA VG - Wheeler: "In Inghilterra si dice che Mourinho abbia perso il tocco magico di inizio carriera, ma è ancora un grandissimo tecnico"
La grande notizia in casa Roma è ovviamente l'arrivo, per la prossima stagione, di José Mourinho. Uno degli allenatore più vincenti della storia del calcio, uno dei migliori degli ultimi anni. Ai nostri microfoni, il giornalista del Daily Mail Chris Wheeler, che segue da vicino le vicende del Manchester United, ci ha parlato di una delle ultime esperienze del tecnico portoghese, quella alla guida dei Red Devils dal 2016 al dicembre 2018.
Com'è stata l'esperienza di Mourinho al Manchester United?
"José Mourinho ha cominciato a lavorare a Manchester nello stesso momento in cui l'ha fatto Pep Guardiola ed è chiaro chi abbia fatto meglio. Al tempo sembrava un'ottima mossa per lo United, presa bene anche dai tifosi. Alla sua prima stagione allo United ha vinto l'Europa League e la Coppa di Lega e l'eccitazione tra i tifosi era molto alta, con la speranza che la seconda stagione potesse essere ancora migliore. Però, c'erano anche dei segnali d'allarme, su tutti il fatto che il gioco non era molto divertente. Mourinho è sempre stato un pragmatico e, in sua difesa, non ha ereditato una grande squadra nonostante la presenza di alcuni grandi giocatori come Pogba e Ibrahimovic. Le persone hanno cominciato però a chiedersi se Mourinho fosse superato, se fosse diventato un dinosauro calcistico, non in grado di reggere i ritmi alti favoriti da allenatori come Klopp e Guardiola".
Pensa sia realmente così? Mourinho è superato?
"In molti hanno notato che Mourinho ha perso quella scintilla, alcuni dicono quella malizia, dei suoi primi successi inglesi al Chelsea. Si dice che sia diventato più cinico nella sua esperienza al Real Madrid a causa delle contrattazioni con la politica del club e a Manchester i media lo hanno trovato meno amabile e coinvolgente".
Cosa non è andato dopo il primo anno?
"C'è la sensazione che l'umore di Mourinho fosse influenzato dal fatto che non potesse competere con Guardiola. Lui ha detto che finire secondo, 19 punti sotto al City, nella stagione 2017-18 è stato uno dei suoi più grandi traguardi, ma non lo era e lui lo sa. La seconda stagione al Manchester non ha portato trofei e successi e le cose hanno cominciato ad andare male. Mourinho è diventato sempre più infelice della dirigenza e della cattiva situazione finanziaria che non permetteva nuovi acquisti. Sicuramente serviva un difensore centrale. Dopo l'eliminazione dello United dalla Champions contro il Siviglia, lui ha rimproverato i media e i tifosi dicendo che la storia europea dello United non era niente di che".
Poi com'è finito il rapporto con il Manchester?
"Durante il tour negli USA nell'estate 2018 Mourinho ha avuto uno sfogo riguardo il club, il tour, il giocatori e i nuovi acquisti dopo una sconfitta col Liverpool in Michigan. Ha rimproverato pubblicamente Pogba di non giocare con lo United come faceva con la Francia piuttosto che congratularsi con lui della vittoria della Coppa del Mondo. La relazione si è deteriorata e Pogba è finito in panchina nell'ultimo match di Mourinho a Liverpool, a dicembre. Alla fine, i dirigenti dello United hanno descritto l'esonero di Mourinho definendolo una morte inflitta da centinaia di tagli. Non c'è stata una singola ragione, ma tante cose che sono andate nel verso sbagliato e la situazione non poteva più andare avanti".
L'esperienza al Tottenham?
"Vedere Mourinho al Tottenham è stato molto interessante, perché ci sono tante delle similitudini col Manchester. La partenza positiva, stranamente con molti gol, i problemi con un giovane giocatore (Dele Alli), le lamentele contro la dirigenza e gli investimenti, l'umore tetro. Mourinho ha portato il Tottenham in finale di Coppa di Lega, ma, sorprendentemente, è stato esonerato prima della finale col City. È uno dei pochi allenatori che avrebbe potuto superare in astuzia Guardiola. Alla fine dei due incarichi, l'opinione in Inghilterra è che Mourinho sia ancora un grandissimo tecnico, ma ha perso quel tocco magico mostrato fino all'esperienza con l'Inter. Allenatori come Guardiola, Klopp e Nagelsmann sembrano il futuro, ma Mourinho dovrà reinventarsi per essere ancora importante".