ESCLUSIVA VG - Roma Club Barcellona, De Nicola: "Anche sette spagnoli tra gli iscritti. La Roma viene vista con più simpatia rispetto ad altre italiane". FOTO!
Continua il viaggio di Vocegiallorossa.it attraverso i Roma Club sparsi in tutto il mondo. Oggi tocca alla Spagna e, più precisamente, al Roma Club Barcellona, con la città che si era improvvisamente interessata alle vicende giallorosse co l'arrivo nella Capitale di Luis Enrique e Bojan: "Abbiamo avuto spazio su molti media, come Sky Sport, che è venuta a trovarci in sede - le parole del presidente del club Gerardo De Nicola - oltre a vari giornali locali, come El Periodico. I media spagnoli si erano interessati a quello che faceva la Roma, con Luis Enrique e Bojan in giallorosso”.
Com'è nata l'idea?
“Circa 4-5 anni fa ci riunivamo in un bar con alcuni amici ma eravamo pochi. In quel bar si metteva la partita della squadra con il maggior numero di tifosi presenti. Così ci organizzavamo per essere in parecchi in modo da poter vedere la Roma. Siamo cresciuti così di numero e tre anni fa ci è venuta la voglia di fare un passo in avanti, diventando così il primo Roma Club in Spagna, facendo anche conoscere Roma all'estero. Si era creata una connessione speciale tra una città dove si praticava il calcio più bello del mondo, ma non il tifo più bello del mondo, con la Roma, che non aveva il calcio migliore del mondo ma una tifoseria al top mondiale".
Quanti siete?
“Siamo affiliati all'Airc ed è un piacere vedere il nostro striscione all'Olimpico, nei pressi della bandierina del calcio d'angolo. È un motivo d'orgoglio. Siamo una quarantina di soci fissi, tra cui sette spagnoli, ma è bello che anche i turisti hanno la possibilità di non perdersi la Roma. Nelle gare più importanti siamo veramente tanti, riusciamo sempre a disturbare i vicini cantando per 90 minuti. Il sogno è quello di riuscire ad aprire una sede nostra, in modo da avere uno spazio fisso solo per la Roma in modo da non doverci più appoggiare a un bar di un nostro amico, che ci ospita sempre molto volentieri. Vorremmo così avere uno spazio con le pareti giallorosse, con i quadri dei giocatori, dei tifosi, sarebbe una cosa spettacolare. Speriamo di riuscire a trovare i fondi o qualcuno interessato a finanziarci”.
Come si vive la Roma stando all'estero?
“Molto intensamente. Anche se non siamo allo stadio la viviamo con molto affetto e il trovarsi tutti assieme, fuori dalla tua città, ti permette di viverla con gioia. Si ama e si soffre forse di più di chi sta a Roma, magari con meno rumore delle radio romane, dei giornali, con meno discussioni nei bari il lunedì mattina ma quei 90 minuti sono divertentissimi ed è una delle migliori cose che mi siano successe nella mia vita. Abbiamo creato qualcosa di nostro, di unico e oltre al tifo in comune sono nate molto amicizie”.
Come viene vista la Roma a Barcellona e come veniva considerato Luis Enrique?
“Credevano che, nel giro di due tre anni, potesse diventare l'erede di Guardiola, facendogli fare esperienza all'estero per poi farlo tornare a Barcellona. Purtroppo i risultati non sono arrivati per cui è andato un po' nel dimenticatoio ma nei giornali catalani, nella parte deidicata al calcio internazionale, dedicavano ampio spazio all'allenatore asturiano. Nelle tv locali la Roma è citata perché viene considerata tra le principali squadre italiane, anche perché c'è un giocatore storico come Totti che sta facendo la storia del calcio italiano e ogni domenica i suoi tocchi e le sue giocate vengono giustamente sottolineati. Certamente qui c'è Messi ma noi abbiamo un pezzo di storia importante del calcio. La visibilità è quindi sempre garantita, anche per il nome della città, della città eterna. Viene vista quindi con maggiore simpatia anche rispetto alla Juventus, a causa di calciopoli, o del Milan, che alcune volte in Champions contro le spagnole è stata etichettata come squadra catenacciara. In generale il calcio italiano è considerato molto difensivista. Quando giocano due squadre italiane qui gira la battuta: Qual è quella che attacca? Il campionato italiano ha perso fascino negli ultimi anni, sia per il calcioscommesse, sia perché non otteniamo più risultati in Europa. Tempo fa ci furono ben cinque 0-0 in una sola giornata e qui si fecero molte risate. Vanno ovviamente molto fieri del proprio campionato mentre se noi continueremo a non fare risultati in Europa non andremo da nessuna parte”.
L'anno Totti ha superato Nordahl nella classifica marcatori della serie A. Che risalto ha avuto la notizia in Spagna?
“Hanno fatto vedere le immagini dello stadio, con i bambini. Sono momenti unici, traguardi che si raggiungono con tanto sacrificio e impegno. Record che dimostrano non solo attaccamento alla maglia ma tanto amore per questo sport e spirito di sacrificio. È una persona che ci ha sempre difeso, non ha mai abbandonato questi colori. Sono valori positivi che fanno fatti vedere, soprattutto rispetto ad altri giocatori come Balotelli o Ibrahimovic”.
Il tifo è fatto di piccole follie quotidiane, ne puoi raccontare qualcuna?
“Noi ci divertiamo a inventare delle canzoni ogni domenica: abbiamo due personaggi addetti a questo compito, ogni domenica. Alcuni cori molto coloriti, niente di volgare ma vengono fuori cose stupide soprattutto nel secondo tempo, dopo 3-4 birre. Al momento del gol poi volano le sedie, piovono birre, ci massacriamo. Un altro aneddoto sulla nostra prima trasferta: Valencia-Roma. Il viaggio Barcellona-Valencia è stato indimenticabile. Ci siamo pazzati nel vagone bar, cantando come pazzi e creando come al solito i nostri cori. Abbiamo coinvolto anche il cameriere del bar e anche andando avanti di due vagoni si sentivano chiaramente i nostri cori. Il capotreno inizialmente rideva e chiacchierava con noi ma quando siamo arrivati vicino a Valencia ha minacciato di fermare il treno. Avevamo in effetti esagerato, senza fare nulla di violento ma eravamo solo molto contenti di viaggiare tutti assieme, anche con un megafono piccolino”.