Una gara di nervi

Due vittorie contro l’Atalanta, una nel derby contro la Lazio, in maniera netta, imperiosa, decisa. La Roma di José Mourinho inizia ad alzare la testa contro le big e non è un fattore da sottovalutare dopo una maledizione che sembrava aver colpito i giallorossi, una frustrazione nel vedere sempre l’inferiorità dimostrata sul campo contro squadre dello stesso livello o del livello superiore. Sembra, invece, essere arrivata la svolta, senza considerare la prestazione contro la Juventus, eccellente per un’ora e tragica per 10 minuti. Quel giorno è probabilmente scattato qualcosa nella testa dei giocatori che, da quel momento, hanno perso solo contro l’Inter risalendo la classifica fino al quinto posto.
UNA GARA DI NERVI - Al netto di, improbabili, crolli strutturali della Juventus, la Roma si giocherà Europa League o Conference League contro Atalanta, Lazio e Fiorentina. Un’ammucchiata non da poco, una mega rissa in cui le energie nervose saranno importanti tanto quanto quelle fisiche, se non di più.
E Mourinho sembra aver dato alla squadra quella solidità, quella forza, quella consapevolezza, quella tenuta mentale che prima non aveva. Una tenuta mentale dimostrata non solo nel derby ma, ancor di più, nelle innumerevoli volte in cui la Roma ha segnato a partita ormai finita, in pieno recupero, quando l’arbitro stava solo per esalare l’ultimo fischio del match. Una volta è un caso, forse anche due, ma poi iniziano a essere indizi di una Roma mourinhana, caparbia, tosta. Magari a volte non bella da vedere, a volte sprecona ma scorbutica, mai doma. Proprio ciò che serve per reggere in queste ultime settimane in cui la testa sarà più importante delle gambe.
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