Titoli? No, tempo: la chiave di Mourinho per la Roma dei romanisti

10.07.2021 22:00 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Titoli? No, tempo: la chiave di Mourinho per la Roma dei romanisti

“Come immagino i tifosi della Roma tra tre anni? Festeggiando”. Non ce l’ha fatta José Mourinho a non creare aspettative nel corso della lunga e attesa conferenza stampa della sua presentazione. Una battuta arrivata al termine di un saliscendi di ammiccamenti e di pragmatismo che ha accontentato più o meno tutti quelli che volevano sentirsi dire qualcosa da questa conferenza stampa.

“Non sarà la Roma di Mourinho, ma sarà la Roma dei romanisti”, “la città si confonde col club”, “sono in debito con i tifosi”: è emerso chiaramente il Mourinho stratega, che probabilmente avrà studiato con meticolosità le dinamiche di una città a volte più attenta al folkore che alla sostanza, nel tentativo - a dire il vero, piuttosto semplice - di portare il popolo romanista dalla sua parte.

Perché l’opinione positiva della gente può essere il primo scudo contro le polemiche che certamente, prima o poi, arriveranno e che lo hanno fatto anche quando lo Special One ha ottenuto dei risultati. Mourinho a Roma non ha realizzato ovviamente ancora nulla, e allora ha utilizzato il recente passato - i risultati con Chelsea, Manchester United e Tottenham - per ricordare a tutti il suo lato difensivista, non tanto (o almeno, non solo) sul campo quanto dietro al tavolo della sala conferenze. E difendersi di fronte ai microfoni significherà difendere chi è dietro di lui, quel gruppo che tante volte ha finito per essere disintegrato dalla pressione esterna anche in momenti sportivamente positivi.

Il tutto può essere ricondotto a quello che senz'altro è stato il concetto madre della conferenza stampa: non i titoli, ma il tempo. Quello in cui Mourinho non avrà Spinazzola, quello dopo il quale potrà invece contare su Zaniolo, quello che “non esiste” ma che è stato uno dei cardini della trattativa con i Friedkin per il suo approdo a Roma. Magari non è poi così facile, specie da queste parti, ottenere un successo isolato, di certo è più difficile, ma anche più utile e soddisfacente, provare ad “arrivare lì per rimanere lì”. Ed è la strada dei Friedkin, di Tiago Pinto e di Mourinho, che di tempo, appunto, non ne voleva proprio perdere: “Alle quattro c’è allenamento, ciao”. E allora, buon lavoro.