Tanto lavoro da fare
Con le unghie, con i denti e con il mercato, la Roma sta facendo di tutto per rimanere in scia al treno europeo. Che cosa significhi la parola europeo, è tutto da decifrare dato che in pochi punti si mescolano i sogni Champions, l’atterraggio in Europa League, il purgatorio della Conference League e l’inferno dell’esclusione da tutte le coppe.
José Mourinho ce la sta mettendo tutta: la rosa, come più volte detto dal tecnico portoghese, non è attrezzata come quella di altri top club ma gli arrivi di gennaio danno un po’ di respiro.
Il pacchetto difensivo è composto da calciatori cresciuti con difese aggressive come Mancini, Ibanez e Kumbulla. A centrocampo, la borsa di Trigoria dà Veretout in discesa da alcune settimane, Cristante stabile mentre le quotazioni del neo arrivato Oliveira salgono inesorabilmente. Stabili anche Karsdorp e Vina mentre il risultato migliore, sotto il profilo dei singoli, Mourinho lo sta raggiugendo con Mkhitaryan e, soprattutto, Zaniolo e Abraham.
Il primo, dopo essere stato piazzato esterno, sta rendendo molto meglio partendo in posizione centrale mentre la coppia Zaniolo-Abraham è quella forse definitiva per la stagione in corso, riuscendo a esaltare e incastrare alla perfezione le caratteristiche dei due giocatori. Senza dimenticare Pellegrini, che ha iniziato l’anno con la pressione del rinnovo del contratto per poi esplodere sotto il profilo delle prestazioni e dei gol.
Manca ora continuità alla Roma che, troppe volte, ha dato l’impressione di aver trovato un assetto stabile per poi avere cali e crolli inspiegabili. Un concetto che, nella Capitale, viene ripetuto da anni come se fosse ormai radicato nel dna di questa squadra. Ed è proprio la sfida più dura per Mourinho e per chiunque sieda sulla panchina giallorossa: cambiare questo difetto di fabbrica e dare una mentalità diversa a tutto l’ambiente.