Roma giovane e inesperta, unico alibi l'assenza di Totti
Roma giovane e inesperta, Milan troppo forte. La sintesi dell'Olimpico è inesorabile. La squadra di Luis Enrique gioca bene, ma sbaglia troppo. Errori di concentrazione che di fronte a campioni come Ibrahimovic e Cassano non puoi permetterti. E così come da corner era nata l'ingiusta sconfitta di Marassi, anche nella sfida con i rossoneri sono stati due calci d'angolo ad affossare le speranze romaniste. Le dormite generali che dopo lo speranzoso 1-1 permettono a Nesta e Ibrahimovic di chiudere la gara sono inconcepibili a certi livelli e la Roma ne paga amaramente le conseguenze con la seconda sconfitta consecutiva, la terza nelle ultime 4 giornate, derby compreso.
Luis Enrique, che schiera l'undicesima formazione diversa della stagione, con Pjanic trequartista, migliore in campo, e Borini-Osvaldo, ennesima coppia d'attacco, si prende tutte le colpe. L'inesperienza vale anche per lui. "Sbrighiamoci a diventare una squadra" dice - aggiungendo la necessità di essere più cattivi nelle due aree di rigore, quando si difende e naturalmente quando si attacca.
Nella metà campo avversaria i giallorossi mettono anche molta pressione al Milan, ma la scarsa concretezza è evidente. Il gol del pareggio arriva da Burdisso, un difensore, e la rete speranza del 2-3 giunge troppo tardi, grazie al subentrato e ancora promosso Lamela, che consente a Bojan di segnare il suo secondo centro stagionale.
Le parate di un super Abbiati non bastano a giustificare gli attaccanti giallorossi, che perdono Borini per infortunio. L'unico alibi, forse, l'assenza di Totti, la cui personalità avrebbe trascinato i compagni. Se questa gara con il Milan rappresentava un esame importante, il nuovo progetto americano non lo ha certo superato. La classifica comincia a farsi preoccupante perché al termine della domenica la Roma è più vicina alle zone basse che alla vetta della Juventus, ora distante 8 punti.
La società è sempre con Luis Enrique. "Saremo pronti quando gli altri dovranno ripartire" - Le parole del dg Baldini non offrono certo garanzie sul campionato presente. Va bene la rivoluzione, ma c'è da chiedersi se i tifosi, che al novantesimo, ancora una volta, applaudono più che fischiare, avranno la pazienza per attendere. L'impressione è che sabato prossimo la trasferta sul sintetico di Novara sarà davvero una tappa da non fallire per evitare bruschi e inattesi cambi di rotta.