Rimanere focalizzati
La parola scudetto si è insinuata nei pensieri e nei discorsi degli addetti ai lavori con la stessa costanza di una goccia che scava la pietra. Giorno dopo giorno, ha acquisito sostanza e potenza, si è imposta nei discorsi e nelle interviste anche di chi è esterno al mondo Roma. Merito della vittoria della Conference League e degli arrivi di Dybala e Wijnaldum, certamente, ed è un salto di qualità enorme rispetto all’obiettivo Champions League dello scorso anno, sussurrato senza nemmeno troppa convinzione fin da inizio anno.
Porsi obiettivi ambiziosi è sacrosanto, soprattutto sull’onda lunga di una coppa europea vinta, e i nomi arrivati sul mercato consentono di mirare più in alto. Premesso ciò, fa bene José Mourinho a fare da pompiere: “Noi non abbiamo mai parlato di scudetto, non abbiamo mai parlato di investimenti massicci, ma solo di tempo”, le sue parole prima della gara contro la Salernitana.
QUALCUNO DEVE RIMANERE FUORI - La considerazione è semplice: per entrare in Champions, i giallorossi dovrebbero far fuori una tra Inter, Milan, Juventus e Napoli, senza contare Atalanta, Lazio e Fiorentina. Un carrozzone enorme di squadre che ambisce a entrare nell’El Dorado del calcio moderno.
Quindi, da un lato, fa piacere constatare che la Roma ha fatto un salto di qualità, venendo anche maggiormente rispettata nelle opinioni dei vari addetti ai lavori. Dall’altro lato, occhio a perdere di vista l’obiettivo primario, tutt’altro che facile da raggiungere. Servirà essere costanti dall’inizio alla fine, stare sul pezzo, non mollare un centimetro perché quello che vuole la Roma lo vogliono almeno altre 6 squadre (più l’outsider Fiorentina). La Roma potrà farlo? Il mercato dice di sì perché i giocatori che sono arrivati non solo hanno alzato il tasso tecnico ma anche dato blasone, esperienza e consapevolezza a tutto il gruppo di essere una squadra forte, in grado di attrarre giocatori forti. E quando questo pensiero si instilla nella mente, può solo dare degli ottimi risultati.