Non cambia niente

24.12.2018 09:55 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Non cambia niente
Vocegiallorossa.it

Tassa pagata. La Roma esce dallo Stadium con l’1-0 standard che non porta punti e sul quale è difficile costruire qualsiasi idea su ciò che accadrà dopo. E probabilmente non è neanche utile tentare di farlo: la differenza di pressione esercitata da parte della Juventus nell’arco dei due tempi - probabilmente, l’unico elemento che può essere valutato in una partita in cui di occasioni, dal lato Roma, praticamente non se ne son viste - può essere spiegata da tanti, troppi fattori per renderla, di per sé, un fatto positivo da cui ripartire in vista di mercoledì e di Roma-Sassuolo. Non è cambiata la posizione di Di Francesco, che in bilico era, in bilico resta e non può essere di certo messo in discussione dopo il confronto con chi ha vinto tutte le gare tranne una; non è cambiata la qualità di gioco collettiva e tantomeno quella dei singoli, che, se faticavano a trascinare la Roma in impegni ben più alla portata, difficilmente avrebbero potuto farlo a Torino; non è cambiata, tutto sommato, la classifica, che mostra sì la Roma dietro a sette squadre e al fianco dell’Atalanta, ma con distanze ancora sufficientemente piccole da poterle far vedere il quarto posto a soli quattro punti, con le trasferte di Torino, appunto, e di Napoli già depennate dalla lista.

In generale, non è cambiato molto (se non nulla) della situazione che la Roma viveva prima del fischio d’inizio di Massa: fatto positivo o fatto negativo? Forse entrambe, perché in una situazione come quella che stanno vivendo i giallorossi va colta ogni occasione, per quanto minima; un po’ come ha fatto Robin Olsen, che, con i fatti, ha rispedito al mittente le critiche (le quali, come spesso accade, superano la puntualità per sfociare scorrettamente nella generalità) nate domenica scorsa. Ma proprio in virtù di questa stessa situazione, già solo non aver peggiorato il proprio stato psicologico - anche grazie proprio a Olsen - può essere un qualcosa da salvare, almeno a breve termine. Anche perché pensare di ragionare anche solo a medio termine, oggi, è una mezza follia: in una settimana può cambiare tutto ciò che non è cambiato oggi. E sembra che questo possa accadere più fuori dal campo, che dentro.