Niente gioco e ora niente elettricità: la Roma di Mourinho si è spenta

30.09.2023 11:40 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Niente gioco e ora niente elettricità: la Roma di Mourinho si è spenta
Vocegiallorossa.it

Esattamente venti anni fa si verificava uno dei più gravi black out elettrici della storia del nostro paese, con, in particolare, Roma rimasta interamente senza energia elettrica per diverse ore. Per inciso, in quella data si doveva giocare un Roma-Ancona, poi andato regolarmente in scena, in cui i giallorossi ebbero facilmente la meglio per 3-0, e da pochi giorni José Mourinho aveva iniziato la campagna in Champions League che poi avrebbe visto il suo trionfo a Gelsenkirchen. 

Venti anni dopo la Roma e Mourinho sono insieme, e con loro c’è anche il black-out che, al contrario di allora, non è letterale ma metaforico, perché della Roma di Mourinho oggi sembra essersi spento tutto. Fatto salvo l’adagio, ormai scolpito nel marmo, che è inutile aspettarsi un gioco collettivo di qualità, in queste prime sei partite di campionato sono sparite anche le caratteristiche positive di altro tipo di questa squadra, quelle che in due anni le avevano permesso di lottare sui due fronti fin quando possibile e di puntarne alla fine uno con sufficiente decisione.

Senza neanche stare a guardare il dato più eclatante, vale a dire quello degli undici gol incassati in sei gare (media pericolosamente vicina a quella di due a partita, che poi era stata perfettamente mantenuta nelle prime tre giornate), la Roma è una squadra che non esprime intensità ed elettricità (appunto), anche oltre i disagi che possono creare tre gare in trasferta consecutive, e che sembra aver addirittura ulteriormente appassito la sua idea di calcio dall’arrivo di Lukaku, cercato sistematicamente con palla addosso in isolamento per risalire il campo anziché essere utilizzato come terminale di un’offensiva vagamente più corale, come tra l’altro accaduto in momenti isolati con successo a Tiraspol e Torino, volendo parlare di calcio.

Ma di calcio raramente si è voluto parlare in questi due anni abbondanti, e il punto è che a forza di non parlare mai di calcio, di esprimere pochissimo calcio sul campo, una volta che tutto il resto viene meno, che si spegne, si finisce per assistere a prestazioni come quella di stasera, che è grave nella sua puntualità e ancora più grave come parte del percorso in campionato, il cui calendario fino alla sosta di ottobre prevedeva impegni in grado di far ipotizzare una classifica ben diversa da quella in cui si trova la Roma quest’oggi. Al tramonto del mese di settembre il quarto posto dista sette punti, che sono due in più di quelli che i giallorossi hanno in questo momento, e la posizione in graduatoria non è neanche il primo dei problemi: chissà, a questo punto, se c’è modo di riaccendere la luce.