Limiti caratteriali e tattici, il fallimento è completo
Era una finale da tutto o niente e la Roma è rimasta senza nulla in mano. Niente decima coppa Italia, niente qualificazione in Europa League. La sconfitta nel derby storico, quarta nelle ultime cinque stracittadine, lascerà sicuramente il segno, perché il fallimento stagionale in casa giallorossa ora è completo. La squadra di Andreazzoli in una sola serata poteva salvare un'annata deludente, la seconda consecutiva, ma l'impressione è che abbia fatto davvero poco per vincere, dimostrando ancora una volta tutti i suoi limiti, caratteriali e tattici.
Dopo un primo tempo bloccato dalla paura, qualcosa di meglio si è visto nella ripresa, ma nel finale il gol di Lulic,
sull'assist dell'imprendibile Candreva, seppur episodico, ha premiato la maggiore compattezza della Lazio. La Roma, dove non ha certo brillato il tanto atteso De Rossi, è stata invece una sinfonia molto stonata, fatta da tanti solisti inconcludenti. Da Lamela a Totti, da Marquinho a Destro, quest'ultimo preferito a sorpresa all'infuriato Osvaldo, tutti a cercare la prodezza personale, senza trovarla e senza sfruttare così il maggior tasso tecnico.
Andreazzoli poteva entrare nella storia, ora tornerà dietro le quinte perché la Roma quest'estate dovrà ripartire da capo, con un nuova guida, che sia Allegri o chiunque altro venga scelto dalla proprietà.
E forse anche con una dirigenza rinnovata, perché se il ds Sabatini è stato appena riconfermato, il dg Baldini dovrà parlare a lungo con il presidente Pallotta, apparso molto deluso in tribuna, per capire cosa fare del suo futuro, anche se sembra più avviato verso l'addio.
Quello della Roma è tutto da riscrivere e anche se la squadra non è certo da buttar via, in questo mercato estivo ci sarà molto da fare per renderla competitiva e sperare di tornare in Europa, che purtroppo mancherà per il terzo anno consecutivo.