Le vittorie vanno conquistate e non solo meritate
Le vittorie vanno conquistate e non solo meritate. La sintesi della Roma reduce da Napoli è questa. Nel calcio non basta giocare meglio degli avversari, bisogna fare gol e la squadra di Rudi Garcia non lo ha fatto al San Paolo come non le era riuscito contro l'Inter o qualche settimana prima in coppa Italia, ancora con il Napoli o nel derby con la Lazio. 4 volte nelle ultime 6 partite. Troppe.
A Napoli nonostante le assenze di Totti, De Rossi e in corsa l'infortunio gravissimo al ginocchio che terrà fuori almeno sei mesi l'olandese Strootman, facendogli perdere anche il Mondiale, si è vista sul piano del gioco una grande Roma, ben messa in campo dal tecnico francese, capace di mettere sotto i padroni di casa e concedergli pochissimo. Però a conti fatti al triplice fischio i tre punti se li è presi il Napoli, che ha vinto per la seconda volta consecutiva con i giallorossi e ha accorciato la distanza dal secondo posto in classifica.
Nulla è pregiudicato, visto che la Roma ha ancora una gara da recuperare con il Parma e potenzialmente quindi sette punti di vantaggio su partenopei (compreso il vantaggio nel doppio confronto), ma è chiaro che il rammarico è tanto, perché con l'ottima prestazione mostrata si poteva chiudere definitivamente il discorso della piazza d'onore.
Oltre non si va, considerando che lo scudetto non si è mai mosso da Torino, dove la Juventus non ha praticamente conosciuto soste realizzando numeri impossibili da eguagliare (23 vittorie su 27 gare)
Il calcio è strano perché fino a poche settimane fa si parlava della fabbrica del gol romanista, solo perché erano in tanti a segnare, ora che la squadra fa fatica a buttarla dentro (ma è pur sempre il terzo attacco del torneo), si discute sul problema dell'assenza di un grande centravanti.
Contro il Napoli c'era Destro, ma è entrato solo nel finale dopo la rete improvvisa di Callejon e poco ha potuto. Probabilmente la Roma sta pagando in generale un periodo negativo sotto porta, una fase di stanchezza, una scarsa lucidità di tutti i suoi uomini, che producono molto ma concretizzano poco. Dallo stesso Gervinho, a Bastos, per la prima volta titolare, a Florenzi, passando per Ljiajc, entrato con scarsa determinazione.
Probabilmente con un Higuain o un Tevez dalla propria parte, le cose sarebbero andate diversamente, ma se la Roma di Garcia funzionava prima potrà rifarlo anche nelle prossime gare, a cominciare dalla sfida di lunedì prossimo con l'Udinese, quando rientrerà capitan Totti, con cui la squadra vanta una percentuale doppia di realizzazione.
Casomai l'emergenza scatterà a centrocampo. Finita la stagione per Strootman, con De Rossi squalificato ancora due turni, i giallorossi con i pur bravi Pjanic e Nainggolan dovranno reimpostare quel centrocampo che era stato definito il migliore d'Europa dopo le prime 10 vittorie consecutive.
Ma tant'è. In un 2014 che finora, tra curve chiuse, prove tv più o meno giuste e tanti infortuni non è stato certo fortunato, la Roma dovrà cercare di conservare il secondo posto in classifica, per non vanificare quanto di straordinario fatto finora e forse perché, proprio per tutti gli ostacoli che ha dovuto superare dal quel fatidico 26 maggio, se lo sta meritando più del Napoli. Ma il calcio non fa sconti a nessuno.