La solita Roma in una situazione insolita
Febbraio è, idealmente, il mese in cui inizia un po’ la discesa verso la linea del traguardo, col girone di ritorno ormai iniziato e le coppe europee che fanno il loro ritorno, sparigliando un po’ la situazione tra chi le fa e chi non le fa, chi ha avversari difficili e chi meno difficili, chi ha tanti giocatori disponibili e chi ne ha meno.
Mourinho ha già detto che per la Roma giocare due partite in una settimana non è cosa facile, a causa della gestione che lui deve fare di diversi giocatori fondamentali nel suo scacchiere; da giovedì ricomincerà l’Europa League e dover giocare ogni tre giorni diventerà un obbligo almeno finché - si spera il più tardi possibile - i giallorossi non saranno eliminati dalla coppa, e giocare ogni tre giorni rende a sua volta una necessità operare rotazioni che la Roma, in questo momento, può permettersi solo in alcune posizioni, decisamente poche, volendo essere onesti.
Però quella che si è conclusa con questo punto preso - o, per meglio dire, con questi due punti persi - contro il Lecce era una settimana in cui il portoghese ha potuto lavorare con la squadra senza ulteriori distrazioni e questo risultato non può non essere considerato una delusione, specie se si pensa che quella contro i pugliesi era la prima di tre gare abbordabili in cui incamerare punti approfittando di scontri diretti qua e là, riportando in proprio favore un’inerzia anche mentale utile per compensare deficit fisici che potrebbero presentarsi in questo periodo più denso di gare.
La Roma al Via del Mare ha fatto la sua solita partita, macchiata dall’errore in occasione dell’autorete di Ibanez che ha finito per rovinare tutto prima ancora che ci fosse qualcosa da rovinare, perché gli 83 minuti più recuperi che hanno seguito lo svantaggio avrebbero dovuto mostrare una Roma decisamente più arrembante, e che invece ha finito per adeguarsi a un ritmo troppo compassato, simile a quello adottato nella solita situazione di gestione e non in quella insolita di dover rimontare. E allora si ritorna al discorso precedente: se con una sola partita a settimana il livello della prestazione e soprattutto il livello atletico sono questi, cosa succederà nelle prossime settimane?