La sintesi di Paulo Fonseca
È positivo il primo mini bilancio dell’esperienza a Roma di Paulo Fonseca. Arrivato tra lo scetticismo generale, in un contesto caratterizzato dalle polemiche interne per la stagione passata e gli addii di Totti e De Rossi, il tecnico portoghese si è calato lentamente nel nuovo ambiente per assorbirne gli odori e le vibrazioni, sprigionando un’energia e un’idea ben precisa di calcio ma senza integralismi.
Ha fatto anche mercato, convincendo con le sue telefonate Veretout e Smalling che, non appena chiusa la conversazione con Fonseca, non hanno più avuto dubbi e hanno scelto la Roma.
Ha poi iniziato a cuocere a fuoco lento la sua idea di gioco, cercando di amalgamarla con gli ingredienti a disposizione (i calciatori) e la cucina in cui opera (la Serie A).
Con fattori così diversi da tenere in considerazione, il piatto non è venuto sempre saporito e il dosaggio non è stato sempre ottimale ma, procedendo per tentativi, il tecnico portoghese sta arrivando a mettere a punto il piatto ideale per questa cucina e con questi ingredienti.
In passato, gli allenatori sono stati criticati e hanno fallito per aver proposto idee di calcio rigide e che non si adattavano alle circostanze, come per esempio Luis Enrique che poi ha vinto tutto a Barcellona ma che non aveva la possibilità qui di proporre la sua idea di gioco.
Fonseca è intelligente e determinato. Ha le idee chiare e sa parlare e conquistare i giocatori, fattore da non sottovalutare. Non è un eroe ma può essere l’uomo giusto, la sintesi tra idea di gioco e ambiente, tra la rigidità e il caos romano.