La Serie A cambia pelle, la Roma resiste e tiene i big
Questi primi giorni di luglio, in casa romanista, hanno la stessa intensità di chi vorrebbe fare palestra in estate, con 40 gradi e il 98% di umidità, ritrovandosi spalmato sul divano. Niente di preoccupante, intendiamoci, anche perché Tiago Pinto si è mosso prima di tutti a giugno, mettendo a segno due colpi a parametro zero del calibro di Aouar e Ndicka. È poi tornato Llorente e, dopo il circo cessioni di fine giugno per realizzare le famigerate plusvalenze, le prossime settimane saranno fondamentali per trovare il sostituto di Tammy Abraham e per completare il reparto di centrocampo.
CESSIONI – C’era una volta una Roma che, ogni anno, cedeva i suoi big per fare cassa e reinvestire parte dei soldi per comprare nuovi talenti, da poter rivendere pochi anni dopo. Un’operazione rischiosa perché basta sbagliare un anno, come successo a Monchi, e la situazione rischia di precipitare. Con i Friedkin e Tiago Pinto, la tendenza si è invertita. Per sistemare i bilanci a giugno, il GM giallorosso si è inventato una serie di manovre a coda di gatto maculato, come avrebbe detto Walter Sabatini, arrivando a circa 30 milioni senza cedere nessun titolare. Letteralmente nessuno. Il contrario di quanto accadeva in passato e, soprattutto, il contrario di quanto sta accadendo alle big italiane in questi giorni.
LA SERIE A CAMBIA PELLE - La Juventus ha perso Di Maria e Cuadrado e, nel corso del calciomercato estivo, potrebbe cedere anche Chiesa e Vlahovic. L’Inter dovrà fare a meno di Brozovic, Dzeko e Skriniar, con l’incognita legata al ritorno di Lukaku. La Lazio dovrebbe salutare Milinkovic-Savic che, pieno di ambizione, andrà a svernare nelle terre arabe. Il Milan ha ceduto Tonali e ha perso Ibrahimovic, una presenza costante e rassicurante nello spogliatoio rossonero. Il Napoli sembra rassegnato a veder andare via Kim ma, soprattutto, ha cambiato allenatore e Direttore Sportivo. Tante piccole rivoluzioni in corso, quindi, per le big: significa che faranno tutte male? Assolutamente no, ovviamente. Ricordiamoci, però, di quante volte abbiamo ripetuto che mantenere gli stessi uomini è certamente d’aiuto. I calciatori si conoscono sempre meglio, sanno ciò che vuole l’allenatore e tutto fluisce più facilmente. Dopo anni e anni passati a fare i conti con le porte girevoli di Trigoria, ora tocca alla Roma (a meno di cessioni clamorose e, al momento, inaspettate) guardare le altre cambiare pelle, potendo lavorare con tranquillità e serenità, sapendo che, ad eccezione di Ibanez, i big sono tutti confermatissimi per la prossima stagione.