La Roma vince, Collum colpisce ancora e rovina tutto, il Borussia Monchengladbach perde l'occasione di stare zitto
Piove sulla Roma. Diluvia. Eppure la squadra falcidiata dagli infortuni era riuscita a superare tutte le difficoltà, anche la pioggia battente, incessante, caduta sullo Stadio Olimpico per tutta la partita. La squadra, capitanata dal suo cavaliere mascherato, Edin Dzeko, dopo un avvio evidentemente condizionato da tutte quelle situazioni che accompagnano la rosa e che vanno a influire sull'aspetto mentale, col passare dei minuti era venuta a capo di una gara complicata, potenzialmente decisiva ai fini della qualificazione. Invece l'epilogo è di quelli amari, di quelli che lasciano gli amanti del calcio delusi, traditi da chi dovrebbe garantire il corretto sviluppo della partita, ma invece si inventa un fallo che ti punisce al minuto 90'+5', quando sei già lì a pensare dare i meriti ai giocatori protagonisti del match. Collum, sempre lui, quello della gomitata di Taison non vista contro lo Shakthar Donetsk di Fonseca. Quell'episodio, decisamente più facile da valutare, non giudicato, mentre l'intervento pulito di Smalling, autore dell'ennesima grande partita, diventa un fallo di mano, con conseguente calcio di rigore. Fonseca, a fine partita, ha parlato di un episodio che ha devastato i giocatori negli spogliatoi.
La reazione però è stata molto più matura rispetto alla rabbia scoppiata verso Massa nella gara contro il Cagliari. L'episodio è grave e lascia pensare al perché nel calcio moderno del VAR, in Europa League, non solo manchi l'aiuto della tecnologia, ma sono spariti anche gli addizionali di porta, segno di come sia sempre più considerata una competizione di serie B, non solo dal punto di vista economico. A questo, si aggiunge la caduta di stile del Borussia Monchengladbach che invece di stare zitta e prendersi un punto regalato da Collum si permette anche di perculare la Roma, tra GIF e immagini rivedibili. Resta la prestazione, la bravura di Fonseca nel cercare di far di necessità virtù, lo spirito di adattamento di Mancini, abile a switchare, a seconda della fase difensiva o di impostazione, tra difesa e centrocampo. Guardare avanti, al Milan, trasformando tutte, le tante avversità in forza di gruppo, compattandosi per uscire il prima possibile da questo momento negativo. D'altronde: non può piovere per sempre.