La Roma dei bad boys convince. Serve il colpo a centrocampo per il salto di qualità
Il gol di Ferreira al minuto 89 di Roma-Porto è uno di quei gol che "fa bene". Difficile e strano da scrivere ma, specie nelle amichevoli il risultato non conta. L'1-1 con cui si chiude il match evita titoloni che in questo momento non servono. Poi c'è la prestazione. Dopo aver affrontato squadre di basso livello, la Roma passa da zero a cento, confrontandosi col Porto. Quarti di finale della scorsa Champions dopo aver eliminato la Juventus agli ottavi e squadra pronta per iniziare il campionato il prossimo 6 di agosto. Il fattore atletico nel calcio estivo è un fattore assai importante.
Mourinho fa poca pretattica e manda in campo una squadra molto vicina a quella titolare. Più che l'aspetto legato al gioco, contro il Porto continua a vedersi l'impronta dello Special One. Il bel calcio non interessa, la partita si gioca in altra maniera: mentalmente, aggredendo gli avversari ed essendo compatti dietro. L'aspetto difensivo è quello che ruba l'occhio. Gli interpreti sono gli stessi della scorsa stagione, con uno Spinazzola in meno e un Rui Patricio in più. L'atteggiamente è completamente diverso. I giallorossi soffrono, sia chiaro. Rui Patricio salva in almeno un paio di occasioni nel primo tempo, ma traspare un'attenzione maggiore e un sistema più congeniale (o semplicemente meno rischioso) per i difensori.
Un modo di giocare perfetto per la Serie A, visto quanto conta subire pochi gol. Lì davanti prima o poi il gol lo fai e se l'attacco non è in forma, le torri giallorosse sono sempre pronte a pungere sulle palle inattive. Così è quando hai giocatori abili di testa come Smalling o Mancini. Ecco che, dopo aver sofferto una maggiore brillantezza atletica degli avversari, una capocciata del numero 23 porta in vantaggio la Roma.
"Macché domani rientra Balbo? Ma che te frega, tanto è un'amichevole. Nun esistono amichevoli". Questo lo sketch tratto dal film di Pieraccioni "Fuochi d'artificio". Un qualcosa che vale per questa squadra. Basta vedere l'aggressività, il modo in cui i giocatori commettono fallo di proposito, dopo uno non fischiato a loro favore, protestando con l'arbitro, fino ad arrivare a sfiorare la rissa in campo. Il tutto per una gara di fine luglio. Un qualcosa che piacerà tanto ai tifosi, da sempre volenterosi prima che il giocatore dia tutto per la maglia, poi "vinci e meglio sarà".
Tante cose buone e una evidente. Un messaggio alla proprietà e al DS Tiago Pinto, perché a questa Roma, per fare il salto di qualità non può bastare solo Mourinho, specie se a centrocampo hai Darboe, Diawara, Villar (non marca l'uno-due sul gol del Porto) e Bove. Veretout lo abbiamo visto con un'ampia medicazione sul ginocchio destro e Xhaka è ancora in standby.
Sabato prossimo la Roma è chiamata a un altro grande impegno, contro il Siviglia di Monchi. Un'altra prova importante per confermare queste prime buone impressioni.