La macchina del tempo
Il derby di lunedì segnerà una svolta nella corsa al secondo posto, ma l’annata della Roma era partita con ben altri obiettivi. Prendersi la piazza d’onore significherebbe semplicemente riavvolgere il nastro di un anno e di poter iniziare la prossima stagione più o meno nelle stesse condizioni di dodici mesi fa; magari con meno credibilità di quella acquisita con gli 85 punti del 2014, ma con una possibilità di spesa sul mercato certamente adeguata a riprendere un discorso troppo velocemente lasciato per strada.
Non arrivare secondi avrebbe invece delle implicazioni negative da tutti i punti di vista. Tralasciando l’aspetto economico (che in caso di terzo posto rimarrebbe in stand-by in attesa dell’esito dei playoff di Champions League di agosto, a cui la Roma non ha mai partecipato nella sua storia), qualora fosse la Lazio a vincere lo sprint, la macchina del tempo andrebbe impostata indietro di un anno ancora: certo, a differenza del 2013 la Roma non rimarrebbe totalmente a mani vuote, ma il difficile ambiente giallorosso non digerirebbe affatto un altro smacco dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia. Quanto ottenuto dopo dopo quel KO può suggerire che si può sempre ripartire, ma soldi e serenità - che molto spesso da queste parti latita - sono assolutamente necessari per giocarsi la stagione 2015-2016 nelle migliori condizioni possibili.
Lunedì non saranno dunque ammessi errori di nessun genere. Le ultime partite hanno mostrato una Lazio decisamente in forma, con i giocatori che sanno perfettamente quello che devono fare in campo e che, elemento assolutamente non secondario, hanno una condizione fisica eccellente, dimostrata nelle ultime tre gare giocate in nove (contro l’Inter), domando un avversario che fa della forza fisica il suo biglietto da visita (a Genova) e per 120 minuti (contro la Juventus nella finale di Coppa Italia) senza mollare nulla. Al di là del luogo comune (a volte trasformatosi in realtà) che vuole la squadra messa peggio come favorita nel derby, la Roma dovrà sfruttare ogni possibile vantaggio: la maggiore esperienza dei suoi giocatori, il calendario meno intasato e quel punticino di vantaggio che significa avere due risultati su tre a disposizione. Le finali sono ben altra cosa, ma il premio in palio è abbastanza grande da non considerare così abusivo quel luogo comune. Ed è il premio che a pochi viene concesso: una seconda possibilità.